Il 3 novembre 1985 Maradona disegnò la punizione del secolo
Era una giornata piovosa di trentotto anni fa. Uno stadio San Paolo gremito assistette alla messa in opera di una delle più straordinarie prodezze di Diego Armando Maradona. L’avversario non poteva che essere la Juventus di Michel Platini. La partita è dura e l’arbitro è fin troppo bonario con centrocampisti e difensori bianconeri che prendono letteralmente a calci l’asso argentino. Il match sembra indirizzato verso un esito a reti inviolate. Al minuto 68 però Bertoni si invola in area di rigore avversaria dove viene steso con una mossa di karate. Il calcio di rigore è nettissimo ma l’arbitro Redini inventa la prima “prodezza” dellagiornata, calcio di punizone a due in area. È inutile protestare e Diego lo sa, subito rassicura i compagni in campo “tranquilli, tanto segno lo stesso” e si presenta sul pallone insieme a Pecci.
Cinque minuti di proteste, poi la magia
Ci vorranno circa quattro minuti prima dell’esecuzione visto che la barriera bianconera non ne vuole sapere di indietreggiare. Alla fine l’arbitro decide che si può battere anche se il muro juventino è praticamente a cinque metri di distanza. Pecci non ci sta ma Diego lo rassicura di nuovo “tu toccala indietro che io faccio gol”. Il centrocampista bolognese non riesce proprio ad immaginare come si possa fare gol in quelle condizioni ma esegue le indicazioni del numero dieci. Quando tocca la palla indietro la barriera è praticamente a ridosso del pallone ma Diego sfida le leggi della fisica. Fa passare il pallone sulla testa degli avversari e lo mette all’incrocio dei pali alla sinistra di Tacconi. L’incredulità è generale sia in campo che sugli spalti, il San Paolo esplode letteralmente, Ottavio Bianchi ripete “è la punizione divina, è la punizione divina”.
Trentotto anni dopo quello stadio ha il nome di Diego Armando Maradona
Dopo trentotto anni e dopo tanta acqua e tante amarezze passate sotto i ponti il San paolo ha cambiato nome. Dopo la tragica scomparsa del suo idolo ha preso proprio il nome di Diego Armando Maradona. Tra le tante magie che custodisce lo stadio di Napoli resterà per sempre anche quella punizione che valse la prima vittoria di Diego contro la Juventus. Tacconi rischierà altre volte di schiantarsi nel palo nel vano tentativo di fermare le magie del più grande calciatore della storia. Dopo tanti anni restano ancora vive le emozioni e l’incredulità di chi c’era.