Per la Tredicesima Giornata del Campionato di Calcio di Serie A, Atalanta-Napoli 1-2 (Primo Tempo 1-2).
Azioni Salienti (conclusioni pericolose a ridosso o dall’interno dell’area di rigore avversaria) 6-6;
Primo Tempo 3-4;
Secondo Tempo 3-2.
Primo Tempo 33% – 50%;
Secondo Tempo 0% – 0%.
Disputate, finora, 19 gare ufficiali, 13 di Serie A e 6 di Champions League. Che hanno visto 296 Azioni Salienti. Di queste, 221 sono quelle offensive degli Azzurri. Pari ad un eccellente 75% di dominio offensivo medio. La gara di sabato è stata molto combattuta. Ed equilibrata, come si evince dai numeri, appena sopra, della contesa. Le occasioni da rete con alta probabilità, sono state 4-3. Nel primo tempo, 1-2. L’Atalanta, però, proprio come il Liverpool, ha potuto beneficiare dell’ormai solita conduzione arbitrale da Calcio-Rugby. E senza sanzioni disciplinari. Infatti le ammonizioni sono state quasi tutte per proteste. Ma ne mancano almeno cinque per mancata applicazione del regolamento: il fallo commesso dopo aver subito il superamento da parte dell’avversario. Con un permissivismo spudorato. Ed una clamorosa sanzione su Kim Min-Jae. Che aveva giocato il pallone nettamente prima del contrasto con l’avversario. Incredibile. Non si capisce più niente. Con questo metro di valutazione, l’uscita del Portiere sull’Attaccante dovrebbe essere sempre fallo. Invece abbiamo visto, con il caso di Roma-Napoli, che non è così. Ad ogni modo l’impressione generale è che il Napoli abbia raggiunto un’alta opinione di sé stesso. Un episodio su tutti: dopo la rete del pareggio, Victor Osimhen e compagni non esultano. Ma corrono a raccogliere il pallone in fondo alla rete. Per non perdere il tempo della rimonta. Poi effettivamente raggiunta non molto dopo. Ci vuole anche un po’ di fortuna negli episodi salienti della partita. Ma dopo anni di collezioni di pali e traverse, con record europei, il Napoli merita un riequilibrio della buona sorte. Ed applausi. Che stentano ad essere ascoltati da parte dei tifosi avversari. Sarebbe bello vedere riconosciuti i meriti sportivi. Come sappiamo fare noi. Da decenni. Invece, altrove, si preferiscono i cori razzisti. Illegali. Da reato penale. Per istigazione all’odio razziale. Poi ci si meraviglia se da noi si fischia l’inno nazionale. In tutto ciò, i vertici del Club continuano a tacere…