Bianchi: “Il Napoli ha avuto un’ottima chance di vincere il campionato, ma ha perso troppe partite in casa, su Maradona…”
Ottavio
Bianchi, ex allenatore di Roma e Napoli, è stato intervistato ai microfoni de
“il Diabolico e il Divino” trasmissione radiofonica in onda su New Sound Level
90FM. Queste le seu parole:
Come ricordi la tua
esperienza a Roma e un ricordo del presidente Viola?
“Ero
amico intimo del presidente Viola e di sua moglie, due persone
straordinarie”.
“È stata
un’esperienza gradevolissima, una delle migliori che io abbia mai avuto. -afferma Bianchi – Erano
una coppia fantastica che in qualche occasione ho anche frequentato fuori
Trigoria e quell’anno quella del presidente è stata una perdita terribile. Io
prima di venire a Roma facevo un po’ di resistenza, lui mi diceva che c’erano
dei problemi extra società ma poi siamo arrivati in finale di Coppa Italia e
Coppa Uefa e siamo arrivati davanti alla Lazio. Stagione bellissima sotto il
profilo sportivo ma macchiata dalla perdita del Presidente”.
Cosa pensi della
stagione della Roma?
“La Roma
aveva avuto dei problemi ma è riuscita a fare un finale di campionato molto interessante
e la vittoria della Coppa ha portato un entusiasmo bellissimo, bravissimi i
Friedkin a suscitare questo interesse”.
E del campionato in
generale?
“Il
Napoli secondo me ha avuto un’ottima chance di vincere il campionato ma ha
perso troppe partite in casa, è stato un campionato molto particolare per
tutte. -prosegue Bianchi come riporta NapoliMagazine- Credo che il Milan abbia vinto meritatamente anche se tutte hanno fatto
dei passi falsi.”
Ultimamente
si parla sempre del “bel calcio” e di giocare bene, tu cosa ne pensi?
“Ci
stanno prendendo in giro in maniera clamorosa, nel calcio c’è una sola regola,
cioè che si gioca per vincere escludendo gli illeciti che non vanno mai bene
non fai giocare la squadra solo per il bello che poi perdono 5-0. Sento
allenatori dire “abbiamo tenuto bene il campo” dopo aver preso batoste
incredibili. La semplicità nel gioco del calcio è sempre la regola. -spiega Bianchi – Abbiamo
giocato contro l’Ajax di Cruijff, difendevano in 9 e attaccavano in 9 ma di
certo non erano catenacciari. Quando uno ha la palla deve arrivare più
velocemente possibile in porta, se dopo mezz’ora i una partita non c’è stato
nessun tiro in porta i telespettatori cambiano canale”.
Tu hai allenato
Maradona, che ricordo hai di lui nello spogliatoio e fuori dal campo?
“Io l’ho
vissuto poco fuori dal campo, Diego era un ragazzo eccezionale nello
spogliatoio ma non dobbiamo dimenticare la pressione mediatica fortissima alla
quale era sottoposto. -continua Bianchi – Diego lo ricordo che vedeva una palla e iniziava a
giocare con chiunque avesse a tiro, il calcio era il suo mondo e le cose
meravigliose che ha fatto dipendono da questo rapporto che aveva col calcio,
che gli permetteva di esprimersi”.
Quali
calciatori della tua Roma ricordi con più piacere?
“Rudi
Voeller e Aldair sono due giocatori eccezionali. Aldair potevi metterlo in
tutte le zone del campo, giocava con una facilità e una semplicità incredibile. – ricorda Bianchi – Il presidente Viola mi mandò a Lisbona a vedere Moses, ero andato con Mascetti,
e venimmo via con il nome di Aldair che infatti poi ha giocato sempre bene nella
Roma e ha fatto il capitano nella nazionale brasiliana. Aldair è ricordato poco
ma era eccezionale”.
Qual è
il problema della nostra Nazionale?
“I
risultati sono quelli che meritiamo, non partecipare due campionati del mondo
consecutivi è già essere in macerie e il resto verrà da sé. -aggiunge Bianchi – Ma se si va a
vedere il campionato italiano appare chiara la questione, nelle squadre di
punta ci sono pochissimi italiani, il nostro calcio continuerà a peggiorare
finché le prime squadre non daranno esperienza ai giovani. I calciatori delle
altre nazionali a 22 anni hanno un’esperienza esponenzialmente superiore ai
nostri che a volte giocano in serie B. Il modello tedesco è un ottimo modello,
dopo risultati così negativi, come non qualificarsi con gironi abbordabili,
bisogna fare necessariamente dei ragionamenti e risolvere i problemi con un
lavoro in prospettiva”.
Conclude Bianchi