COMUNICATO STAMPA
ORA COME
ALLORA – REVOCA DELL’ ASSEGNAZIONE DEGLI SCUDETTI ALLA JUVENTUS?
Accadde il 26 luglio 2006: una clamorosa ed inopinata decisione, presa
dalla Figc, destò scalpore nell’opinione pubblica e potrebbe riproporsi –a
breve- con l’assegnazione al Napoli del massimo titolo calcistico nazionale, riferito al campionato
2018/2019, vinto dalla Juventus.
Al Napoli lo Scudetto 2018/2019. Ieri sera, nel corso della trasmissione
terzotemponapoli.com, è intervenuto l’avv. Francesco
Iaquinta, esperto in diritto sportivo, il quale a proposito dell’inchiesta c.d.
“Prisma” che vede coinvolta la Juventus ha rilasciato le seguenti importanti
dichiarazioni: “Da quanto emerge dagli organi di stampa e da ogni altro canale
mediatico consultato, l’avviso di chiusura delle indagini preliminari
notificato il 24.10.2022 ai componenti del cda della Juventus, ai dirigenti con
responsabilità strategiche, ai membri del collegio sindacale ed al revisore
legale, riguarderebbe presunte irregolarità dei bilanci relativi alle stagioni
sportive 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021; ai 16 indagati, tra i quali il presidente
Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l’ex responsabile dell’aera
sportiva Fabio Paratici e all’attuale ad Maurizio Arrivabene, sarebbero stati
contestati, tra gli altri, i reati di falso in bilancio nelle comunicazioni
sociali e di false comunicazioni rivolte al mercato ed il reato di
dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.
Naturalmente alle suddette ipotesi accusatorie – particolarmente gravi quanto
alle pene previste trattandosi di società quotata in borsa -si opporranno gli
indagati, i quali potranno argomentare ogni cosa in loro difesa. Insomma, è
bene subito precisare, i soggetti coinvolti nell’inchiesta non sono ancora
stati condannati e non sono quindi colpevoli, ed anzi lo stesso esercizio dell’azione
penale nei loro confronti è allo stato solo eventuale. Nel frattempo – così
sempre si è appreso dagli organi di stampa – la procura federale della FIGC ha
chiesto gli atti di fine inchiesta ai pm torinesi onde valutare se, sulla
scorta di questa nuova documentazione, sussistano o meno gli estremi per
revocare la sentenza della Corte d’Appello che aveva assolto 59 dirigenti (non
solo appartenenti alla Juventus), sotto accusa per il caso plusvalenze, oppure
se esercitare una nuova e diversa azione disciplinare.
I fatti riportati dalla
stampa e su ogni altro canale mediatico non sono certo di poco conto: mi
riferisco, ad esempio, alla vicenda della riduzione degli stipendi che i
tesserati della Juventus avrebbero accordato alla società per i mesi di marzo,
aprile, maggio e giugno 2020 (nella misura del 30%) con un risparmio di spesa
(riportato a bilancio) pari a 90 milioni di euro, a cui si contrappone un
diverso accordo privato, siglato in una scrittura privata scoperta nelle fase
di indagini, con la quale il presidente Andrea Agnelli e Giorgio Chiellini
consacravano il vero accordo che prevedeva la rinuncia ad 1 sola mensilità che
poi andava recuperata nelle stagioni successive. In ogni caso, qualora le
violazioni in materia gestionale ed economica fossero accertate, la procura federale
dovrà dare applicazione all’art. 31 del codice di giustizia sportiva,
il quale gradua
le
sanzioni in
ragione della gravità dei fatti contestati ed accertati. Più precisamente, se i
fatti costituiscono illecito amministrativo, alla Juventus sarà comminata: I)
un’ammenda con diffida (art. 31, comma n. 1, salva l’applicazione delle più
gravi sanzioni previste dalle norme uefa o da altre norme speciali); qualora,
invece, la società, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o
amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva,
tenta di ottenere od ottenga l’iscrizione ad una competizione cui non avrebbe
potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti (così recita
testualmente l’art. 31 comma n. 2), si applicherà alla Juventus,
alternativamente, una delle seguenti sanzioni (previste nell’art. 8 del codice
di giustizia sportiva, comma n. 1 lettere g), h), i) ed l)) e cioè: II) una
penalizzazione di uno o più punti in classifica, III) la retrocessione
all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza, la quale comporta
comunque il passaggio alla categoria inferiore, IV) l’esclusione dal campionato
di competenza, V) revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia. Il
campionato 2018/2019 si è chiuso, ricordo, con la Juventus campione d’Italia
(90 punti) e col Napoli al secondo posto (79 punti).
Ebbene se consideriamo che
le gravi irregolarità contestate ai suddetti dirigenti attengono anche al bilancio
relativo alla stagione sportiva 2018/2019, è evidente che qualora esse fossero
accertate, la Juventus rischierebbe proprio la revoca dello scudetto, la quale
costituisce senz’altro la sanzione più efficace (per non dire l’unica) in
termini di afflittività tra quelle astrattamente possibili. In tal caso il
titolo di campione d’Italia sarebbe assegnato alla seconda in classifica, cioè
al Napoli. La giustizia sportiva non è nuova a provvedimenti sanzionatori del
genere: ricordo, infatti, che lo Scudetto 2005/2006, a seguito dello scandolo
calciopoli, fu revocato proprio alla Juventus ed assegnato dal commissario
della FIGC Guido Rossi, all’Inter, terza classificata, in quanto anche il
Milan, secondo classificato, fu ritenuto responsabile delle violazioni ascrittegli.
Perciò il Napoli ben può sperare alla vittoria del terzo suo titolo di campione d’Italia”.
Napoli, 30.11.2022.
Quanto precede, è stato anticipato dagli intervenuti nella trasmissione TerzoTempoNapoli del 29/11/2022, Avv. Francesco Iaquinta ed Ing. Luigi Iaquinta dell’Associazione Vera Rinascita, coordinati dal Prof. Vincenzo Vitiello, conduttore del media Terzo Tempo Napoli.
Fonti: Associazione Vera Rinascita e Terzo Tempo Napoli