Il giorno successivo a Napoli-Udinese: Carlo Tarallo, giornalista de ‘La Verità’, è intervenuto a 1 Station Radio. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate nella trasmissione ‘1 Football Club’.
Stamattina come si sta a Napoli?
“Stamattina non benissimo. La prestazione del Napoli è stata deludente, e il risultato è stato ancora più amaro. Dopo la sconfitta dell’Inter con la Fiorentina, ci aspettavamo un Napoli completamente diverso. Io, almeno, ero convinto che la squadra sarebbe entrata in campo carica a pallettoni, anche perché l’occasione era ghiotta. Invece, è arrivato un passo falso totale, che tra l’altro segue i due punti persi nel finale contro la Roma. Certo, nulla è ancora perduto, ma iniziano a emergere alcuni problemi che erano ampiamente prevedibili”.
Le ultime due partite del Napoli…
Quali sono, secondo lei, le principali difficoltà che sta incontrando il Napoli?
“I gol subiti contro l’Udinese e la Roma sono emblematici. È come se un automobilista guidasse in modo perfetto per tutto il tragitto, rimanendo concentratissimo. E poi, una volta arrivato a casa, si rilassasse e finisse per sbattere in garage. Questa è l’idea che mi sono fatto. Juan Jesus ha giocato tante partite da titolare, senza mai far rimpiangere Buongiorno, fino all’errore sul gol di ieri. E cosa possiamo pretendere da Mazzocchi, titolare come terzino sinistro? Il problema non è lui, il problema è che la società non è intervenuta nel mercato di gennaio. Hanno venduto il miglior giocatore per 75 milioni e non hanno colmato le lacune strutturali della rosa, che erano evidenti già da prima. Non me ne importa nulla di chi sia Garnacho, serviva un difensore, punto. Non puoi non prendere un difensore quando è così necessario”.
Napoli-Udinese, diverse prestazioni…
Quindi, sta dicendo che il peggiore in campo ieri non dia stato un calciatore, ma chi ha costretto Antonio Conte a schierare determinati uomini?
“Non è mai successo nella storia del calcio che una squadra prima in classifica vende il miglior giocatore della rosa per 75 milioni e poi non investe nemmeno 5 o 10 milioni per un difensore, chi è il responsabile? Io, però, devo anche dire che alcuni cambi fatti da Conte non li ho proprio capiti. Per carità, lui è un grande allenatore e noi siamo umili osservatori, ma mettere in campo contemporaneamente Ngonge, Simeone e Raspadori, quando poi si riempie l’area con giocatori che praticamente non hanno mai toccato palla, non l’ho trovata una scelta sensata. Tra l’altro, Lukaku è stato sostituito un minuto dopo aver fatto il primo tiro in porta della partita. È stata una serata storta, sotto ogni punto di vista”.
E ieri sera Conte…
Quindi è colpa di Conte che ha fatto dei cambi incomprensibili?
“Lo ha fatto per lanciare un segnale alla società, per dimostrare a tutti che le scelte dirigenziali sono state sbagliate. Fino alla chiusura del mercato, era primo in classifica. Quello che accadrà dopo non sarà più colpa sua. Però, non credo che un allenatore debba mandare segnali alla società sulla pelle dei tifosi. I segnali, semmai, li ho colti io nelle sue conferenze stampa. Quando ha dichiarato che non era necessario investire in un centro sportivo, ho capito tutto. E poi c’è stata la frase di Conte: ‘A me avevano chiesto di portare la squadra in Europa.’ Uno come lui, che ha un’esperienza internazionale enorme, non fa dichiarazioni del genere a caso. Quando dice una cosa del genere davanti a milioni di tifosi delusi, sta chiaramente sottintendendo: ‘Mi hanno indebolito la squadra mentre ero primo in classifica. Se lo scudetto non arriva, non è colpa mia.’ È evidente. Non c’è bisogno di interpretazioni particolari”.
Napoli e il Napoli…
A proposito del centro sportivo, quella dichiarazione può un modo per sottolineare che il Napoli non sia né carne né pesce.
“Da una parte non investe su calciatori di un certo livello, ma dall’altra non investe neanche realmente su infrastrutture. Un centro sportivo è una programmazione decennale. Non è come acquistare un calciatore: non si va a Milano, si compra l’anello e lo si porta a Napoli. Ci vogliono anni per realizzarlo. Bisogna individuare l’area, parlare con le autorità, ottenere i permessi, trovare i fondi, progettare tutto. Perché, allora, tirare fuori questa storia quando la domanda riguardava il mercato? Per me, l’unica spiegazione è che questa sia una società che si accontenta, e quindi anche l’allenatore, alla fine, si accontenta”.
Nonostante tutto, il Napoli è ancora lì, in piena corsa…
“Sì, certo, siamo ancora lì, e per questo serve un po’ più di serenità. Non mi piace il clima che si sta creando. Leggo persone dire: ‘Non criticate, non commentate, non scrivete nulla.’ Ma ragazzi, possiamo dire quello che vogliamo, tanto quello che accadrà in campo non dipende da noi. Che scriviamo su Facebook, sulla carta stampata o parliamo in radio, non cambia il risultato delle partite. Cerchiamo di mantenere la calma”.
Problema (anche) di pressione? E Okafor…
In molti definiscono la stampa e i commentatori “disfattisti”…
“A me sembra che il vero disfattismo lo stia facendo il club, che vende il miglior giocatore e non lo sostituisce. Noi leggiamo la realtà, tutto qui. E poi diciamolo chiaramente: oggi i giornalisti non li legge più nessuno. Una volta, c’erano solo i giornali sportivi e la Domenica Sportiva, e quello che dicevano influenzava davvero le scelte delle società. Ora, invece, le società agiscono per conto loro”.
Come ha visto il nuovo acquisto, Okafor?
“Ieri l’ho osservato bene, anche perché era nella zona di campo proprio sotto la curva. Onestamente, mi è sembrato molto lontano dalla forma di un calciatore che possa fare davvero la differenza”.