Il terzo scudetto del Napoli è arrivato nel suo Friuli. Lui, terzinaccio (ma)corretto negli interventi, che quando arrivò nel capoluogo camapano si muoveva già in un altro ruolo. Scrisse sul Corriere dello Sport Giancarlo Dotto il 27 maggio 2021, il giorno successivo la dipartita dell’ex difensore: “Terzinaccio un corno. Tarcisio finì da calciatore giocando libero nel bellissimo e mai troppo rimpianto Napoli a zona di Vinicio. Dopo 12 anni di Inter e un grave infortunio, finito per tutti, ma non per Francesco Janich, lungimirante direttore del club partenopeo”.
Quel Napoli che divertiva e si divertiva
”Non si sono mai divertito così tanto a giocare a pallone>>, raccontò anni dopo la ‘Roccia’. Vestì la casacca partenopea dal 1974 al ’77, conquistando una Coppa Italia e una Coppa di Lega Italo-Inglese. Ricordando gli anni a ‘Città nuova’, in un’intervista rilasciata al Guerin Sportivo nel 2018 Tarcisio Burgnich ricordò così il suo trasferimento dai nerazzurri al club partenopeo: <<Dall’Inter nessuna comunicazione. Mia moglie non fu molto contenta del trasferimento. Ma quando lasciammo Napoli si mise a piangere>>.
Tarcisio e Giacinto
Scrivi Tarcisio Burgnich e pensi inevitabilmente a Giacinto Facchetti, il compagno -anche- di stanza amico di una vita. “Qualora fosse stato costretto a lasciare l’Inter, a papà sarebbe piaciuto giocare nel Napoli”, srisse Gianfelice, figlio del ‘Gigante di Treviglio’, nel libro ‘Se no che gente saremmo’ (premio Bancarella Sport nel 2012).
Inter-Napoli, 21 dicembre 1975
C’è un Inter-Napoli…particolare, raccontato da Enrico Bertolino in una puntata di Rai Storia dedicata al numero 3 della Grande Inter, il quale realizzò il gol decisivo nel match del 21 dicembre 1975. C’era anche il comico e cabarettista quel giorno a San Siro: “Nel secondo tempo venne giù la nebbia e dall’anello superiore non si riusciva a vedere chi aveva segnato. Quando da sotto ci informarono sul marcatore esultarono anche i tifosi ospiti, i quali pensaroro all’autogol. Perché Giacinto era un difensore. Ma noi tifosi nerazzurri conoscevamo bene la sua propensione offensiva. E venimmo poi a sapere che non era stata un’autorete…”