Vedi Napoli e poi…scopri un avversario che diventerà per te un fratello maggiore. Nello stesso giorno di Kurt Hamrin se n’è andato anche Giacomo Losi, icona romanista al terzo posto per maggior numero di presenze nella storia giallorossa. Quando nel novembre 2013 ci lasciava il ‘Fornaretto’, ‘Core de Roma’ (questo il soprannome dello storico capitano della Lupa) ricordò al Corriere dello Sport il giorno nel quale incontrò allo stadio del Vomero Amedeo Amadei, allora giocatore- allenatore del club partenopeo: “Mi tremavano le gambe quando lo conobbi, ci fu subito simpatia tra di noi. Lui era quasi a fine carriera e giocava da centrocampista centrale. Uno spettacolo anche da dentro il campo”.
Losi e il Napoli
La prima volta che Giacomo Losi affrontò il Napoli è datata 23 ottobre 1955, in una partita terminata 1-1: il ‘Ciuccio’ sbloccò il risultato con Giulio Castelli e i capitolini pareggiarono con Carlo Galli. Tredici anni e due giorni dopo ‘Core de Roma’ disputò la sua ultima partita contro il club partenopeo, a Fuorigrotta. In giallorosso è stato compagno di squadra di Alberto Ginulfi, futuro allenatore in seconda del Napoli al fianco di Albertino Bigon.
Perché ‘Core de Roma’
Losi se n’è andato il giorno seguente il novantesimo compleanno di Egidio Guarnacci, il quale l’8 gennaio ’61 all’Olimpico contro la Sampdoria si fece male al gionocchio: anche Giacomo era infortunato, ma strinse i denti perché allora non c’erano le sostituzioni e nonostante tutto…andò in gol. E così divenne ‘Core de Roma’. Un simbolo giallorosso apprezzato e stimato anche da altri. E così dovrebbe sempre essere con le bandiere. Oltre i colori.