Reina: “Lo Scudetto perso è una ferita ancora aperta, giocavamo un calcio stellare, un po’ come quello di quest’anno. A Napoli c’è un popolo che ti conquista, ho ancora tanti amici”

Josè Manuel ‘Pepe’ Reina, ex
portiere, tra le altre, di Napoli, Liverpool e Milan, attuamente al Villarreal,
squadra spagnola che affronterà il Napoli in amichevole al Maradona il 17
dicembre, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole:

 

Reina-Napoli
è stato amore a prima vista.

 

“Mi sono
inserito subito nella città, che ha accolto me e la mia famiglia con sentimenti
travolgenti. -afferma Reina – Mia moglie e i miei cinque figli verranno a vedere la partita, un
pretesto per starsene un po’ in giro in quelli che sono stati i luoghi dei
nostri quattro anni ma anche un modo per andare a salutare tutti gli amici. E
ne abbiamo tanti, mi creda. A Napoli c’è un popolo che ti conquista”.

 

Benitez
l’ha celebrata recentemente in tv: Reina fu il nostro uomo-chiave, il leader;
era lui che faceva la differenza.

 

“Con Rafa
– al quale va il mio grazie – c’è un rapporto straordinario che si perde nei
secoli, mi verrebbe da dire scherzandoci su. -prosegue Reina – Ma il segreto di quel Napoli fu
quel capolavoro di mercato, l’allestimento di una squadra che è durata e poi la
forza del gruppo. In una società che si era comportata già egregiamente, come
sottolineavano i risultati, l’irruzione di Benitez diede nuovo slancio e servì
per completare il Progetto ed ampliarlo”.

 

La
Coppa Italia, con lei in porta; poi la Supercoppa, a Doha, quando Reina era
andato al Bayern.

 

“Il
Napoli cominciò ad avere un respiro internazionale. E da quel momento il suo
ruolo si è ingigantito, perché ha continuità a livello europeo, fa le Coppe
sempre, ora è addirittura protagonista in campionato e in Champions e con un
calcio che è spettacolare. -aggiunge Reina – Vuol dire che c’è del buono in quello che è stato
costruito nel passato”.

 

Lo Scudetto è stato vicino due volte: nel 2016 e lo perdeste a Udine, in una
domenica in cui lei era influenzato; nel 2018, a Firenze.

 

“Una
ferita che è rimasta aperta, perché non puoi non vincere con 91 punti. Ma andò
così e il dolore venne acuito dalla considerazione che quel Napoli lì giocava
un calcio stellare, capace di spargere allegria. -continua Reina – Un po’ come questo di
Spalletti, mi pare”.

 

Lascia
Napoli, va al Milan e trova un napoletano di Castellammare, un bambino,
all’epoca, di 19 anni, già titolare da tre stagioni.

 

“Donnarumma
è un predestinato, un riferimento certo – per lustri interi – del calcio. E, se
mi consente una ovvietà, anche uno dei più forti al mondo”.

 

Mentre
lei parte, a Castel Volturno, guarda un po’, arriva Meret: che intreccio!

 

“Stava
per decollare nella sua fase evolutiva e lo fermarono gli infortuni. -ricorda Reina – Si sta
riprendendo, e bene. Il Napoli ci vede bene con i giocatori e anche con i
portieri”.

 

L’interrogativo
da 100 milioni di dollari: per chi tifa uno che ha giocato con Napoli, Milan e
Lazio, che all’Inter ha un allenatore con cui ha allenato?

 

“Penso
che si sappia, non è un segreto, e non c’è neanche bisogno che io lo dica.
Tutto chiaro”.

 

Pensa
anche che lo Scudetto, con otto punti di vantaggio, sia già indirizzato?

 

“Neanche
a sospettarlo. Il campionato è lungo, adesso si entrerà nel vivo. -sottolinea Reina – Poi, se si
può dire, servirà anche una botta di….Meno infortuni, condizione sempre
esuberante, un episodio che ti gira nel momento giusto, pure un errore
arbitrale che possa incidere in un senso o nell’altro”.

 

Non ha
detto chi lo vincerà questo Scudetto.

 

“E stia
sicuro che non glielo dico. -ribadisce Reina –  Io sono scaramantico, e indovini un po’ perché? E
quindi, andiamo avanti”.

 

Ha
scelto cosa far fare a Pepe Reina, 41 anni il prossimo 31 agosto, da grande?

 

“L’allenatore.
Almeno su questo non ho dubbi”.

 

Ne ha
avuti tanti, e tutti di profilo alto-altissimo, ne può indicare uno solo come
riferimento.

 

“I miei
rapporti con i tecnici sono sempre stati improntati alla lealtà e direi che è
stato bello confrontarsi con ognuno di loro. Sono legato a tanti e da chiunque ho
ricevuto: da Aragones – che Dio l’abbia in gloria – a Guardiola, da Sarri a Del
Bosque, da Benitez a Van Gaal c’è stato modo di avere dialoghi più o meno
frequenti. -rivela Reina – Ma visto che lei mi obbliga a scegliere rigorosamente, le dico che
punto su Gattuso: mi è bastato poco al Milan per apprezzarlo e pensare che un
giorno, dovesse succedermi, mi porterò qualcosa di Rino in panchina”.

 

La sua
parata più bella – quella della vita, scrisse qualcuno – viene facile
ricordarla.

 

“All’Olimpico,
contro la Roma, marzo 2017, vincevamo 2-1, una sfida che ha un sapore
particolare: mancava un minuti e forse meno, tira Perotti, la palla viene
sporcata da qualcuno, io sono in contro tempo, perché sto andando dall’altra
parte, torsione, colpo di reni, manata, sfera sulla traversa e poi con un piede
la butto in angolo. Ho visto compagni esultare. E anche io”.


Conclude  Reina

 

Conclude Reina

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Vincenzo Vitiello
Direttore Responsabile Terzo Tempo Napoli --- Napoletano di origine e milanese di adozione, segue tutto lo sport in generale ed il calcio in particolare. Oltre ad aver esercitato la professione di Docente di scuola media superiore, da giornalista ha collaborato con alcune importanti testate giornalistiche ricoprendo anche cariche dirigenziali.

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