Fernando: “Il Napoli è tra le migliori in Europa, Kim Min-Jae strepitoso”
Fernando
Lucas Martins, centrocampista brasiliano classe 1992 dell’Antalyaspor, ha
rilasciato alcune dichiarazioni a CalcioNapoli24. Quieste le sue parole:
Hai
giocato davvero ovunque: in Brasile, in Italia, in Ucraina, in Russia, persino
in Cina, e adesso in Turchia. Ma qual è il calcio che ti è piaciuto di più dal
punto di vista del gioco e in quale ti sei trovato meglio?
“Vi
ringrazio di essere venuti al centro sportivo dell’Antalya, voglio provare ad
esprimermi in italiano anche se non lo pratico da tanto tempo! Ho giocato
davvero in tanti Paesi: in Cina, in Russia e in Ucraina, adesso in Turchia.
Penso che in questi Paesi, ognuno ha la sua particolarità. Mi sono divertito
tantissimo in Italia, mi è piaciuto tanto perché era un sogno che avevo da
piccolo, quello di giocare in Serie A. E davvero giocare contro grandi squadre
è stato molto bello. Sono stato tre anni in Russia, ho avuto un allenatore
italiano, che ha fatto anche il vice alla Juve: Massimo Carrera. E abbiamo
vinto anche un campionato insieme. Qui in Turchia adesso mi sto divertendo,
perché è una bella struttura, con una bella città e poi abbiamo una bella
squadra. Sono davvero contento di ciò che ho fatto fino ad adesso”.
Cosa
ricordi con piacere della tua esperienza italiana alla Sampdoria?
“Quell’anno
è stato davvero bellissimo, ricordo che quando mi arrivò l’offerta della Russia
io non volevo andare: perché davvero l’Italia in tutto mi aveva conquistato.
Per come si gioca a calcio, come si vive. Anche la città di Genova era molto
bella. E poi giocavo con grandi calciatori, stavo molto bene in Italia”.
Avvicinandoci
ad Antalyaspor-Napoli, tu hai già sfidato ben due volte gli azzurri in quel campionato
di Serie A: ci racconti qualche aneddoto?
“Ricordo
che quel Napoli era una squadra fantastica, c’era Higuain, c’era Koulibaly. Li
fermammo con un 2-2 allo stadio San Paolo, io conquistai un rigore (fallo di
Albiol, trasformato da Eder, ndr), ricordo bene! Anche noi però avevamo una
buona squadra: c’erano Muriel ed Eder che fecero benissimo. Ricordo che era una
squadra davvero fantastica: c’erano Allan, Hamsik, Higuain, Insigne, Callejon,
quindi parliamo di una bella squadra! E poi in particolare ricordo
quell’atmosfera fantastica dello stadio di Napoli, assolutamente. In casa come
finì? 4-2, sì ricordavo due gol di scarto. Per me l’Italia è stata
un’esperienza fantastica, in particolare ricordo queste due partite che
giocammo contro una squadra che veramente giocava un gran calcio!”.
Invece
quest’anno stai seguendo il Napoli e il campionato? Può davvero essere l’anno
dello scudetto? E come l’hai visto in Champions League?
“Secondo
me il Napoli sta facendo una stagione bellissima, c’è una buona squadra. Magari
è la squadra che gioca il più bel calcio adesso, forse sì! Ha giocato benissimo
anche in Champions, a Liverpool: il Napoli ha davvero una grande squadra, è da
tanti anni che lotta per lo Scudetto ma penso che adesso davvero è arrivata al
punto di poter vincere, magari!”.
Tu sei
un centrocampista di grande livello, non posso che chiederti di
Anguissa-Lobotka-Zielinski: sono uno dei migliori reparti d’Europa?
“Sì, il
Napoli da un po’ di anni è specializzato nell’avere grandi centrocampi: io ricordo
Allan-Jorginho-Hamsik che era davvero un grande centrocampo…”.
Più
forte questo o quello lì?
“Eh, è
davvero difficile, perché tutti sono buoni giocatori. Io ero davvero un fan di
quel terzetto che affrontavo. A parte Allan che è mio amico, quindi sono più
per quel centrocampo! Ma Hamsik era ad un livello incredibile. E poi c’era, che
Jorginho dopo è andato ancora in crescendo ed è migliorato. Però sì, anche gli
attuali sono tre giocatori molto buoni: Zielinski è in Nazionale e sta giocando
al Mondiale, è da tanti anni al Napoli e conosce molto bene l’ambiente. Sì, è
un bel centrocampo!”.
E poi
c’è un giocatore in questo Napoli, che tu hai conosciuto in Cina, al Beijing
Guoan: Kim Min-jae…Ti aspettavi il suo exploit in così poco tempo?
“Quando sono
arrivato in Cina, già c’era Kim: l’ho guardato e ho detto: ‘Con tutto il
rispetto per il calcio cinese, ma com’è possibile che questo ragazzo giochi
qui?’ Lui era davvero un fenomeno, veramente. Perché è veloce, intelligente
tatticamente ed è tecnico, poi capisce molto bene la partita, bravo nella
lettura. Poi è arrivato qui al Fenerbahce, poi a parte che è un mio amico, ma è
davvero un fenomeno! Mi piace tanto, anche Juan Jesus è un mio amico: abbiamo
giocato in Nazionale insieme, anche lui ha un’esperienza fantastica avendo
giocato in Inter, Roma e Napoli, ed è un bellissimo giocatore”.
Cosa
ci puoi dire del carattere e della professionalità di Kim Min-Jae, che magari
ancora non abbiamo conosciuto a pieno?
“Come
giocatore è spettacolare, ma come persona è fantastico: lavora tanto, è un vero
professionista. Lui è in Nazionale e gioca ai Mondiali perché è un difensore di
alto livello. Adesso è arrivato a Napoli: magari il calcio italiano non sapeva
chi fosse Kim Min-Jae, ma è una persona spettacolare”.
Oggi
c’è Brasile-Corea del Sud, con te e Juan Jesus da una parte e Kim dall’altra.
Manderai un messaggio ad uno dei due dopo la partita?
“Con Kim,
ci ho parlato due-tre volte negli ultimi giorni. Ci sentiamo via internet, è un
giocatore strepitoso. Non so come sta (riguardo l’infortunio, ndr), gli ho
detto che sono un suo fan, sono un suo tifoso ma stasera spero che lui torni a
Napoli per allenarsi e stare lì (ride, ndr)! No, scherzi a parte lui ha fatto
benissimo al Mondiale e merita tutto ciò che ha ottenuto: ha fatto benissimo
con il Napoli, sta ad alti livelli in Nazionale ed è molto giovane, ha un
futuro brillante”.
È
un’amichevole, quindi possiamo scherzare un po’ su Antalyaspor-Napoli: come
finisce? Chi vince?
“Speriamo
in un pareggio, andrebbe bene, no (ride, ndr)? Ovviamente sappiamo che il
Napoli è molto forte, di gran livello: per me è una delle 3-4 squadre che gioca
meglio in Europa, quindi speriamo che è una bella partita. Di preparazione sia
per noi che per loro. Un pareggio o una nostra vittoria sarebbe
bellissimo!”.
Conclude
Fernando Lucas Martins