Fonte foto: www.napolipiu.com

Ha parlato anche del Napoli Giovanni Galeone in’intervista al Corriere della Sera. Di seguito alcuni tratti.

Non mi piace ‘sto calcio. Quarant’anni fa, anche senza vincere nulla, il mio Pescara divertiva. Durò poco, perché davanti c’erano le vere corrazzate. Ma avevamo un’idea, giocatori giovani che erano felici. E si vedeva. Il mio scudetto? Presto detto: l’ho vinto in un ristorante di Napoli».

Come scusi?

«Non millanto, ci sono i testimoni. A tavola, dopo una partita, viene da me Diego Armando Maradona e mi dice: lei deve venire qui e allenare il Napoli. Se non è uno scudetto quello».

Quando anche la Roma…

Giusto. Ma poi a Napoli non ci andò…

«Moggi continuava a dirmi: Giovanni non firmare eh, mi raccomando. Mandiamo via l’allenatore (Bianchi ndr) e vieni tu. E io che prendevo tempo con l’ingegner Viola che aveva il contratto pronto per la Roma. Tira e molla, tira e molla, alla fine salta la Roma — giustamente si stufarono di aspettare — e al Napoli, caso più unico che raro, mandarono via i giocatori che non volevano l’allenatore».

Oltre il Napoli

<<Io di calcio parlavo con Gigi Riva, Fabio Capello. E Pierpaolo Pasolini che veniva a Grado l’estate a fare le sabbiature. Cose che ti restano dentro. C’era educazione, rispetto, cultura. Oggi ci sono analfabeti che pretendono la cattedra universitaria. E nel calcio è lo stesso. Vallo a spiegare a quelli del Milan: mandano via gente come Maldini e Massara — tra i più bravi in circolazione — e mettono Ibrahimovic. Grande calciatore, per carità. Ma che dirigente è? Che società è diventata quella rossonera? E di esempi ce ne sono mille. La Juve? Dico solo questo: da un milione netto al mese a Vlahovic, forse l’unico giocatore slavo — e io me ne intendo, li adoro da 80 anni — che non sa stoppare una palla: non ci riesce proprio. Chissà ora vediamo con l’arrivo di Tudor>>.

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