Napoli: Raspadori “Mio fratello era più forte di me”
Cerco più spazio e continuità
Giacomo Raspadori, attaccante del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Vivo Azzurro trattando diversi argomenti. Tra questi la convocazione in Nazionale a Euro 2020: “Ricordo che ero a cena con la mia famiglia e la convocazione è stata un’emozione forte”.
In quel momento non ho realizzato bene perché in fondo giocavo da poco in Serie A. Non mi sono reso conto subito di quello che stavo per andare a vivere. Sappiamo tutti poi come è andata a finire. Abbiamo vinto un Europeo in maniera fantastica, sono stato fortunato a partecipare a una competizione del genere. È un momento che non dimenticherò mai, resterà indelebile nel mio cuore”, ha aggiunto Giacomo Raspadori.
Napoli: Raspadori “Mio fratello era più forte di me”
Sulla sua passione per il calcio: “Mi è stata trasmessa da mio padre e da mio fratello più grande. Già a un anno e mezzo la palla era il soggetto principale dei miei pomeriggi e delle mie mattine. Una passione così forte ti porta a tenere acceso quel fuoco anche nei momenti più complicati. In occasione di un torneo con tutte le giovanili della nostra squadra vennero a vederci quelli del Sassuolo. Rimasero colpiti da entrambi e con mio fratello iniziammo un percorso durato diversi anni. Mia mamma e mio nonno si alternavano per portarci agli allenamenti, non era comodo da Bologna raggiungere Sassuolo”.
Sul fratello: “Per me Enrico era più forte, era il fratello grande. Io cercavo di imitarlo, mi riconosce la differenza rispetto a lui nell’essere determinato, ma tanta di questa mia volontà deriva dal fatto che ho avuto lui come esempio, come spinta ad essere il meglio possibile”.
Sugli studi: “Frequento Scienze Motorie, sono a metà del percorso. Sono diventato papà, ho un po’ rallentato negli ultimi mesi per essere d’aiuto alla mia ragazza e alla bimba. Ma voglio riprendere con i ritmi di prima”.
Su Spalletti: “Abbiamo un bellissimo rapporto, ho avuto la fortuna di averlo a Napoli e anche prima, quando ancora ero al Sassuolo, mi aveva dimostrato la volontà con il direttore Giuntoli di volermi a Napoli. Mi stima molto e lo dimostra il fatto che da quando c’è lui sono sempre stato convocato, anche nei momenti in cui non ho giocato tanto. Non è una cosa scontata perché di calciatori forti ce ne sono tanti. Devo ringraziarlo per questo”.
Sugli obiettivi: “A 24 anni non mi considero più un giovane, anche se per tanti può essere così. Il mio obiettivo principale è quello di completare la mia maturazione cercando di trovare spazio e continuità, di avere un minutaggio che mi porti a potermi esprimere al meglio. Sono convinto di potere fare ancora meglio”.