Foto: Pianeta Milan

Negli ultimi anni, il calendario calcistico è diventato sempre più fitto, con un numero crescente di partite tra competizioni nazionali, internazionali e amichevoli. Questa situazione ha portato a diverse proteste, sia da parte delle leghe europee che dei sindacati dei calciatori, che si sono rivolti alla FIFA per denunciare l’eccessivo carico di lavoro per i giocatori. Molti atleti hanno espresso preoccupazione per il rischio di infortuni e per lo stress fisico e mentale legato al dover affrontare un numero così elevato di incontri durante la stagione. Riguardo alla questione si è espresso Massimo Mauro.

La posizione controcorrente di Massimo Mauro

In questo dibattito è intervenuto Massimo Mauro, ex calciatore di squadre prestigiose come Udinese, Juventus e Napoli, con una posizione piuttosto controversa rispetto alla corrente dominante. Mauro, infatti, ha dichiarato che ridurre il numero di partite sarebbe auspicabile, ma solo se accompagnato da un taglio proporzionale degli stipendi dei calciatori. Secondo lui, la protesta per l’eccessivo numero di incontri è esagerata e non giustifica il mantenimento di ingaggi così elevati per i giocatori. Mauro sottolinea che, se i calciatori vogliono disputare meno partite, dovrebbero anche accettare una riduzione dei loro compensi.

La questione degli ingaggi nel calcio moderno

Mauro critica apertamente gli stipendi dei calciatori odierni, che ritiene sproporzionati rispetto al livello di fatica che comporta giocare a calcio. Egli evidenzia come in passato, pur con meno tutele e rose più ristrette, gli infortuni fossero comunque presenti, ma i calciatori non si lamentavano in modo così esplicito. Oggi, con squadre che possono contare su circa 30 giocatori e cinque sostituzioni a partita, secondo Mauro, non si può parlare di “lavoro usurante”. Da qui nasce la sua perplessità nei confronti di chi chiede un alleggerimento del calendario senza considerare un ridimensionamento dei propri guadagni.

Mauro : “L’equilibrio tra calendario e guadagni”

Per Mauro, la soluzione non sta solo nel ridurre il numero di partite, ma anche nel riconsiderare la struttura complessiva del calcio moderno. Una proposta concreta avanzata dall’ex calciatore riguarda la limitazione delle trasferte intercontinentali per le amichevoli estive, che spesso aggiungono ulteriore stress fisico ai giocatori senza un reale valore sportivo. Queste trasferte, finalizzate più a scopi commerciali che competitivi, potrebbero essere eliminate o ridotte per permettere ai calciatori di avere una stagione più gestibile e meno gravosa. L’obiettivo finale, secondo Mauro, dovrebbe essere quello di trovare un nuovo equilibrio tra il calendario e gli stipendi, favorendo così una maggiore sostenibilità per il sistema calcistico nel suo complesso.

Conclusioni

Le parole di Massimo Mauro sollevano un dibattito importante sulla gestione del calcio moderno, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche economico. La sua posizione, sebbene controcorrente, mette in luce una questione fondamentale: se si riduce il numero di partite per proteggere i giocatori, bisogna anche rivedere gli stipendi che, al momento, sembrano crescere in maniera sproporzionata rispetto al reale sforzo fisico richiesto. La sfida, dunque, sarà trovare un equilibrio che tuteli sia i calciatori che la sostenibilità economica del calcio stesso.

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