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Su CRC, radio ufficiale del Napoli, nel corso della trasmissione ‘A Pranzo con Umberto Chiariello’ è intervenuto Pierferdinando Casini. Di seguito le dichiarazioni dell’ex Presidente della Camera dei Deputati, bolognese e tifoso rossoblù. “Nel mio incontro con De Laurentiis di pochi mesi fa, prima della partita al Maradona, ci fu un’ottima ospitalità, in una città che amo. Dissi ad Aurelio: ‘Prendiamoci un punticino’, ne prendemmo tre. Certamente, già so che non finirà allo stesso modo domenica sera. Conte è affamato, trasmetterà questa fame ai suoi calciatori e poi c’è il calcolo delle probabilità: mica è sempre domenica, arriva anche il lunedì”.

Non solo Napoli

Zirkzee e Calafiori non potevano che andar via. Motta alla Juve? No comment, ma è stato ed è un grande allenatore. Siamo tornati nella nostra dimensione di Bologna operaio: ma, se avessimo vinto 3 a 0 contro l’Udinese nessuno avrebbe potuto dir nulla. Certo, pensare di avere tre fronti aperti per una squadra come il Bologna senza rinforzi è difficile. Qualcuno arriverà, sono convinto che Sartori, Fenucci e Di Vaio ci daranno soddisfazioni. Un punto a Napoli sarebbe l’ideale per noi. La scorsa è stata una stagione che non avremmo mai immaginato. Non siamo una squadra da Champions, ma dobbiamo stabilmente di stare tra il sesto e l’ottavo posto”.

Casini sul Napoli

“Per ora, ci siamo indeboliti, vediamo in corso d’opera. Il Bologna non deve pensare che la società ci possa portare stabilmente in Champions. Napoli? Eravamo tutti contenti quando ha vinto lo scudetto, un popolo fantastico. Ora, dopo lo scorso anno, partito malissimo anche quest’anno: vediamo domenica cosa accade, ma Conte non è mai uno che parla a vanvera”.

Le ‘riflessioni’ sul calcio italiano

“Di cosa ha bisogno il calcio italiano? Di tante cose, soprattutto di scelte politiche che purtroppo non ci sono state. La politica si metta al servizio sulle grandi questioni, ma che non interferisca sulla gestione ordinaria, questo significherebbe tornare indietro di decenni. Non mi è piaciuto l’intervento del Governo né l’intervento di Abodi su Malagò mentre stavano terminando le Olimpiadi. Questi sono momenti in cui star zitti ed esser solidali con un team che stava andando benissimo come quello italiano. Bisogna , talvolta, imparare a star zitti. Olimpiadi cassa di risonanza per lo ius soli? Io ero per lo ius soli quando ero Presidente della Camera eletto nel centrodestra nel 2002. Dissi che ero per lo ius soli, nessuno fece polemiche. Questo dimostra che siamo tornati indietro se dopo vent’anni lo ius soli è elemento così divisivo”.

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