Fonte foto: www.sportfair.it

Il Napoli capitola pesantemente a Verona e si scoperchia il vaso di Pandora. Un vaso che già Conte, 24 ore prima, aveva provato a scoprire davanti al pubblico della conferenza di presentazione. I problemi vanno oltre la tattica, oltre i moduli: sono problemi di testa. Basterà un’accelerazione su un mercato deludente in uscita ed in entrata ad evitare il peggio?. La Gazzetta dello Sport ha provato, nell’edizione odierna, a fare il punto della situazione.

Napoli, un incubo da cui è difficile svegliarsi

Così la Gazzetta dello Sport: “Poco più di un mese di lavoro, per scoprirsi ancora tremendamente fragili. È un incubo dal quale Napoli e il Napoli non riescono più a svegliarsi in questo 2024, segnato da tantissimi problemi in campo e fuori. L’effetto Conte è stato importante per evitare un’estate di contestazione. Ma il tecnico, da solo, non può bastare. Gli vanno date tutte le armi possibili per andare in battaglia e vincere, per questo sabato aveva sottolineato la mancanza di una rosa adeguata a quelle che sono le ambizioni del club, che vuole tornare subito in Champions.

Una rosa non all’altezza

La rosea continua: “Antonio ha definito lo scudetto di due anni fa un tranello e forse bisogna davvero metterlo nel cassetto dei ricordi per ricominciare, magari ponendosi delle domande anche su alcuni protagonisti di quella cavalcata trionfale che oggi sono l’ombra di loro stessi. La rosa del Napoli per qualità e quantità oggi non è all’altezza di quelle che lotteranno per il titolo. La panchina azzurra a Verona, priva di tante seconde linee cedute e piena di ragazzini, non regge lontanamente il confronto con quelle delle altre big. Ci sarebbe bisogno di altri innesti importanti, ma se non parte Osimhen… Conte ha nuovamente girato alla società tutte le domande postegli sul nigeriano. Il problema non è che il Napoli non è ancora una squadra di Conte. Il problema è che non è una squadra, come accadeva l’anno scorso. Nella rosa mancano elementi di spessore e ci sono alcuni giocatori di basso livello. L’accettazione della sconfitta è un pessimo segnale. Con il lavoro di Conte il Napoli crescerà e pure tanto, ma l’altezza dell’asticella sarà fissata da quello che la società riuscirà a fare negli ultimi giorni di mercato”

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