“L’abbiamo perso a parametro zero e potevamo fare qualcosa in più, me ne assumo la responsabilità”. Sono state queste le parole con cui Mauro Meluso, ex direttore sportivo del Napoli, ospite su Sportitalia, nella stagione orribile del post, scudetto, ha raccontato l’addio di Piotr Zielinski, passato a parametro zero all’Inter. Parole che, va detto, sottolineano una grande onesta intellettuale da parte di Meluso, sui cui poteri si è molto ironizzato nell’anno di operato col club partenopeo.
Ritardi imperdonabili e scelte poco coraggiose.
Dopo lo scudetto, probabilmente, in società azzurra si è festeggiato davvero troppo, perdendo settimane cruciali per iniziare a programmare. Il caso Zielinski è emblematico, così come la scelta dell’acerbo Natan per sostituire Kim, dopo aver creduto per settimane di poter arrivare a Kevin Danso. Meluso, le sue parole genuine ed anche coraggiose, raccontano di una confusione abbastanza chiara che, non a caso, ha portato al decimo posto in campionato. Errori da cui, la scelta di Manna e Conte con largo anticipo lo evidenzia, il club e De Laurentiis sembrano aver tratto il giusto insegnamento. Il calcio non è uno sport per chi non ha il coraggio di prendere decisioni forti.
Meluso: liti nello spogliatoio?
No, assolutamente. Può succedere qualche diverbio, ma liti no. Io non sono mai entrato a gamba tesa nello spogliatoio e anche se l’avessi fatto non potrei raccontare qui cose di spogliatoio. Tornando a Di Lorenzo, credo che abbia avuto un attimo di incertezza, ma mi sembra che ora la situazione si sia normalizzata, regolarizzata.
D’accordo con l’esonero di Garcia?
In quel momento sì, eravamo d’accordo per esonerare Garcia perché era un momento particolare, la squadra aveva bisogno di una scossa. Poi non è facile da spiegare, ci sono cose riservate che non è giusto dire. Quando è stato esonerato Garcia eravamo ancora quarti in classifica, ma significa poco. Certo, l’obiettivo in quel momento era raggiungibile, ma la squadra stava perdendo entusiasmo, stava perdendo fiducia nell’allenatore e abbiamo pensato di fare questo passo.
Se avrei preso Mazzarri?
E’ un allenatore che ha fatto molto bene nel passato a Napoli ed è arrivato in un momento particolare. Non era facile per lui e non lo era neanche per Calzona, che è andato anche peggio per media punti. E’ stata un’annata dai contorni grigi, difficili da spiegare, che ha preso un andazzo negativo. Se io avrei preso Mazzarri? Sì. E anche Calzona, che è un professionista di gran livello. Un errore andare a Napoli? No. Se tornerei a lavorare con De Laurentiis? Sì.
Meluso su Osimhen.
Nella gestione Osimhen qualcosa abbiamo sbagliato. Io sono arrivato a metà luglio a Napoli e sapevo che c’era stata un’offerta molto alta da parte di una delle più grandi squadre d’Europa. Col senno di poi siamo bravi tutti, ma forse si poteva cedere.