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Foto: gq Italia

In questa Italia non ci sono “intoccabili”

L’insperato goal di Zaccagni ha fatto gioire un Paese intero facendo per qualche istante dimenticare la prestazione negativa degli Azzurri ma, così come non è giusto fare drammi a mente troppo calda, allo stesso modo l’accesso alla fase ad eliminazione diretta degli Europei non può liberare il campo dalle perplessità lasciate dalla Nazionale di Spalletti.
Purtroppo, le scelte dei vari c.t. sono state influenzate dal volere popolare, dalla stampa, dalla politica o dagli stessi calciatori. Spalletti invece – ma non è detto che sia un bene – sta andando avanti dritto per la sua strada e, soprattutto, coi suoi uomini. E senza voler scomodare parallelismi esagerati come quello con il Paolo Rossi di Enzo Bearzot, il tecnico di Certaldo ha deciso di schierare Di Lorenzo e Jorginho quando sarebbe stato più facile, per lui, tenerli fuori. Del resto, era quello il volere di tutti (o quasi) e se l’Italia avesse mancato l’obiettivo, nessuno avrebbe potuto imputarlo a questa scelta. 

In questa Italia non ci sono “intoccabili”


Ma Spalletti è fatto così ed anzi tende ad ostinarsi proprio quando sente di essere solo, o per lo meno quando il suo pensiero non è condiviso dalla maggioranza. Il goal di Zaccagni, finora, gli dà ragione o per lo meno lo tiene in piedi, ma come detto in apertura, non può bastare per dimenticare la brutta prestazione offerta contro una Nazionale croata probabilmente mai così debole.

In questa Italia non ci sono “intoccabili”

Calciomercato.com e Terzotemponapoli.com analizzano il momento di forma della squadra

C’è da cambiare, adesso, e già da subito. Perché se è vero che Jorginho svolge un lavoro oscuro da non sottovalutare, è altrettanto vero che al regista dell’Italia – chiunque egli sia – è legittimo richiedere anche qualcosa di più in fase propositiva. Ed è difficile pensare che Fagioli non sia capace di offrire di più o che, per lo meno, Bryan Cristante non possa tornare più utile, se non altro a livello muscolare. Continuando a parlare di singoli, lo stesso Di Lorenzo – del quale è impossibile discutere il valore assoluto – dopo la gara con la Croazia ha ringraziato Spalletti ammettendo: “Con un altro allenatore non avrei giocato”. E persino Dimarco, uno dei migliori calciatori della nostra Serie A, sta vivendo un momento complicato al punto da spingere il nostro commissario tecnico ad abbandonare l’idea di considerarlo intoccabile.
Un po’ tutti, nei mesi che hanno preceduto gli Europei, immaginavamo un’Italia trascinata da Dimarco, Scamacca, Chiesa e Barella, nella quale Di Lorenzo sarebbe stato un punto di riferimento affidabile al pari di Bastoni, Pellegrini e Donnarumma. E invece, al netto del portierone del PSG, soltanto Bastoni – seppur con qualche sbavatura – non ha tradito le attese, mentre tutti gli altri hanno reso al di sotto delle aspettative. Allo stesso tempo, Calafiori Zaccagni – che fino a pochi mesi da Euro 24 non avevano nemmeno la certezza di essere convocati – sono stati gli uomini determinanti. 
E questo ancora una volta evidenzia come sì, è importante tenere conto del valore assoluto dei calciatori e sì, nessuno diventa ‘brocco’ o ‘fenomeno’ in poche settimane, ma in competizioni dalla durata così breve è impossibile ignorare lo stato di forma o di grazia di alcuni calciatori: basti pensare all’exploit Totò Schillaci, per dirne uno. Allo stesso modo, in passato, campioni indiscussi come Gianluca Vialli a Italia ’90 o Alessandro Del Piero a Francia ’98 sono stati penalizzati da una condizione non ottimale che ha spinto i commissari tecnici dell’epoca a non considerarli più intoccabili come erano alla vigilia. E senza nulla togliere ai ragazzi di Spalletti, se questa “regola” è valsa per Vialli e Del Piero, può essere applicata a tutti. 
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