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‘Legends-Ci vediamo a Napoli’: nell’ottava puntata della seconda edizione andata in onda mercoledì 3 aprile è intervenuto anche Raffaele Di Fusco. Di seguito le dichiarazioni di uno degli ‘storici’ numeri 12 del club partenopeo. “Il Napoli continua a subire gol sempre nella stessa maniera. In occasione della prima rete contro l’Atalanta la difesa è schierata, ognuno ha il proprio uomo”.

Ma poi ci si trova…

Ma due secondi dopo ci si trova in inferiorità perché tutti si perdono il rispettivo marcatore nell’area piccola. Lo stesso Meret avrebbe potuto fare qualcosa in più. I giocatori hanno le loro colpe, ma soprattutto nella parte finale. All’inizio il cambio di allenatore da Spalletti a Garcia è stato decisivo in peggio. Il tecnico francese stesso ha ammesso di non conoscere squadra e Serie A”.

Mazzarri

Poi è arrivato Mazzarri, bravo, ma troppo timoroso. E si è visto nei confronti anche con i giocatori, a partire da Osimhen. Calzona, invece, ha solo trovato una confusione pazzesca. Forse sarebbe stato più opportuno chiamare al suo posto una figura carismatica, più importante. Certe dinamiche sono state rotte nello spogliatoio anche per colpa della società“.

Alla conquista di un posto in Europa e il futuro tecnico del Napoli

“Lotta per l’Europa? Purtroppo per il Napoli la strada è in salita e anche un calendario all’apparenza favorevole diventa un punto interrogativo. Basti pensare a come siano stati persi punti in gare inattese. Nuovo allenatore? Dipende tutto da quanto vuole investire la società e dal programma. Se si vuole avere un programma competitivo per tornare in Champions”.

Conte e Manna

Sento parlare di Conte, ma poi anche di Manna quasi fatto. Il problema -continua Di Fusco- è che sono due scelte che vanno in contrasto. Manna è un top, ma del settore giovanile. Non so se ha le spalle larghe per questa società e soprattutto per questo presidente. Manna vuol dire programmazione, ma Conte vuole vincere subito. Sono bravi, ma due profili diversi”.

Il presidente…

Purtroppo De Laurentiis ha dimostrato quest’anno di aver provato a vincere da solo, speriamo non faccia così anche il prossimo. Italiano? Mi piace perché è propositivo, ma la verità è che ogni allenatore, cosi come un ds, deve sperare di riuscire a gestire la società, come fatto da Spalletti e Giuntoli”. 

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