Una ha vinto il campionato, l’altra è arrivata seconda. Oggi sono quelle che hanno meno punti rispetto allo scorso campionato: il Napoli a -30, la Lazio a -15. Un destino quasi parallelo per due squadre che hanno presidenti quasi identici, abituati a decidere da soli anche, e soprattutto, in materie tecniche (leggi campagna acquisti) evidentemente non alla loro portata, senza il filtro di ”professionisti” del settore.
Quando A.D.L., dopo la conquista dello scudetto dice che ”questa squadra la può allenare chiunque” dà l’esatta dimensione di come il fenomeno calcio gli sia sfuggito di mano, di come la sua presunzione lo abbia portato a smantellare in pochi mesi il capolavoro che, proprio per le sue pregresse intuizioni, aveva creato.
E, quindi, scelte sbagliate di allenatori; campagna acquisti fallimentare ; gestione folle di contratti in scadenza. Insomma nessuna visione per sostenere il futuro, come se lo scudetto n.33 fosse un punto di arrivo e non di partenza; come se il ciclo si fosse chiuso invece che aperto. Il problema nel calcio non è chi parte ma chi arriva: in questo paragone è caduto il Napoli.
Qualcosa di simile è accaduto alla Lazio dove Lotito, dopo la cessione ”araba” di Milinkovic Savic, ha fatto una campagna acquisti in ”solitaria” disattendendo tutte le indicazioni di Sarri. Inevitabile che il rapporto finisse a metà strada non potendo competere con l’organico a disposizione su tre fronti. Anche in questo caso un ”mezzo miracolo” (tale è il secondo posto della Lazio) si è subito dissolto.
Napoli e Lazio, la lezione è servita?
Ai due fallimenti sembra aver reagito con maggiore tempestività Lotito ingaggiando Tudor (già in orbita Napoli per il post Garcia) non come semplice traghettatore ma tecnico sul quale impostare un nuovo ciclo.
Si muove con circospezione, invece, il Napoli la cui situazione è chiaramente più complessa. Il probabile arrivo di un vero Direttore Sportivo, i contatti per il nuovo ed altrettanto vero allenatore aprono ad un cauto ottimismo nel senso che la lezione di questo campionato sia veramente servita. A patto, però, che la campagna acquisti e cessioni venga coordinata da queste due figure e soprattutto segua le indicazioni del tecnico scelto.
Perchè è chiaro che scegliendo Conte (sogno improbabile) devi scegliere un certo tipo di giocatori; scegliendo Italiano o Palladino (più probabile il primo) puoi e devi fare altre scelte. Ci sono allenatori che ”gestiscono i campioni” (Ancelotti) ed allenatori che ”plasmano le squadre (Sarri). Importante è la chiarezza delle scelte ma principalmente la ”separazione dei poteri”: le faccende societarie (bilanci e politica sportiva) spettano al Presidente; l’area tecnica all’allenatore ed al Direttore Sportivo.
Lo scudetto il Napoli lo ha vinto perchè A.D.L. lo scorso campionato ha fatto il Presidente. Poi è prevalsa la ”sindrome del Marchese del Grillo” ed il giocattolo si è rotto.
Vitale Di Somma
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