Il gol di Raspadori decisivo per la vittoria del Napoli sulla Juventus? I giocatori del Napoli coinvolti nell’assalto – Raspadori, Anguissa e Di Lorenzo -hanno dimostrato una notevole dose di maturità, organizzazione e velocità di pensiero e di gambe. Sul Corriere dello Sport oggi in edicola, si sottolinea la grande mossa di Calzona sul calcio rigore sbagliato da Victor Osimhen, con tre azzurri pronti a ribattere in rete la respinta di Szczesny.
Hanno seguito le regole…
“Hanno seguito le regole sui calci di rigore, rispettando le distanze e non entrando in area prima del momento dell’impatto di Osimhen con il pallone, e poi sono riusciti a battere gli avversari, completamente sorpresi alle spalle e impreparati, con un movimento all’unisono tanto rapido quanto sincronizzato e feroce.
Napoli, il ‘dettaglio’ nel gol di Raspadori alla Juve…
Ma c’è di più, una specie di segreto. A differenza di Alex Sandro, Nonge, Bremer, Yildiz e Chiesa – i bianconeri nella zona interessata -, gli azzurri cominciano a correre da oltre 9,15 metri (obbligatori), partendo contemporaneamente a Osi, guadagnando tempo e acquistando più velocità. Jack, per finire, prende anche una specie di rincorsa sul posto che lo lancia come una freccia tra Alex Sandro e Nonge: è lui a tagliare il traguardo, ma Frank e il capitano erano spalla a spalla. Di corto muso”.
Napoli, dove erano finiti…?
Come se fossero stati inghiottiti da una nube, erano spariti (almeno) in quattro: e c’è stato un tempo troppo lungo che Napoli si è chiesto dove fossero finiti Anguissa, Lobotka, Kvaratskhelia ed Osimhen e con loro quella favola. Sul Corriere dello Sport si evidenzia il ritorno a grandi livelli di quattro calciatori che erano stati fondamentali nella corsa scudetto dello scorso anno e che, per motivi diversi, non avevano trovato continuità con Garcia e Mazzarri.
I ‘Fab Four’
“Come se il calcio gli fosse appartenuto solo lateralmente, pareva che con i Fab Four pure la melodia di quel football non potesse più ricreare la magia del passato, il rintocco del palleggio ritmato, le vibrazioni e le percussioni di una squadra assai rock: e quando ormai tutto sembrava irrimediabilmente perduto, rieccoli assieme, una splendida band, piena di ritmo e d’orgoglio personale, d’una fame di verità da sistemare sul palco. Francesco Calzona ha ricominciato partendo dal centro della musica – Stanislav Lobotka – gli ha offerto le chiavi del sorriso ed ha riprodotto, per quel che si può, il Napoli a sua immagine e somiglianza”.