Foto: tuttoudinese.it

Alex Meret, friulano, 26 anni e portiere del Napoli dal 2018. Simone Scuffet, anche lui friulano, 27 anni e portiere del Cagliari da questa stagione. Entrambi i calciatori sembravano essere gli eredi predestinati di Buffon ed invece, per vari motivi, si sono un po’ persi. In verità Meret è riuscito ad essere più costante, vincendo anche lo scudetto nella scorsa stagione; Scuffet si è un po’ perso vagando tra tante squadre e diversi campionati. Antonio Giordano, sulle colonne del Corriere dello Sport, ha parlato proprio di loro. Di seguito i passaggi più significativi evidenziati da Terzotemponapoli.

Meret e Scuffet da Udine

Esordisce il giornalista: “I predestinati erano loro, (quasi) nessun altro: perché in quel tempo, ormai così lontano, buttarsi tra le braccia di Scuffet o in quelle di Meret era divenuto un modello di vista calcistico assai rassicurante. E c’è stata un’epoca, neanche così breve, in cui dietro qualsiasi pensiero audace c’erano due ragazzini, vicini di “porta”: a Udine, più generalmente nel Friuli, ch’è terra di numeri 1…” Giordano continua: “Scuffet e Meret sono cresciuti a distanza ravvicinatissima, uno al Remanzacco, l’altro alla Donatello (ch’è un classico, verrebbe da dire) e poi, dopo un po’, quando pure per casa avevano più o meno i pantaloni corti, si sono ritrovati all’Udinese, che sa dove mettere gli occhi, figurarsi un po’ le mani.”

Meret e Scuffet in azzurro

“Scuffet ha attraversato le varie Under (dalla 17 alla 21) ed ha messo assieme 42 presenze; Meret si è avvito persino un po’ prima (dalla Under 16) e poi è planato oltre, alle spalle di Donnarumma: 48 partite, 3 con la Nazionale maggiore, l’Europeo (senza esordire) e adesso pure lo scudetto.”

La carriera dei portieri

“Scuffet, manco il tempo di esordire in A, si ritrovò in una specie di frullatore e quando chiamarono i campioni di Spagna, l’Atletico Madrid del Cholo, spiegò che gli sarebbe piaciuto crescere ancora e completarsi all’Udinese. Meret la Serie A con la Spal, aventi anni e dieci mesi, però dopo un giro di giostra, nell’estate successiva, era già al Napoli, investimento mirato anche dalla dea bendata che al secondo allenamento in ritiro gli fa saltare l’ulna del braccio sinistro, che non gli ha impedito di mettere assieme 162 presenze.”

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