Il Napoli pareggia a stento con il Genoa. La rete siglata dal subentrato Ngonge sembra aver salvato momentaneamente Mazzarri. Gli azzurri, tuttavia, sembrano lontani parenti di quelli di sette mesi fa. Il gioco latita e la zona Champions, fosse anche quella di un eventuale quinto posto, davvero fugge via. Soprattutto dopo l’ennesima vittoria convincente dell’Atalanta contro il Sassuolo. Nel frattempo Mercoledì un Barcellona, che vince in extremis contro il Celta Vigo di Benitez, verrà al Maradona. Di questo ha scritto Antonio Giordano su “Il Corriere dello Sport”. Di seguito alcuni passaggi.
Napoli, neanche i santi…
Il Napoli di Spalletti rimane solo un ricordo. Giordano scrive: “È stato bello, persino bellissimo, perdersi in quella felicità sfrenata, la gioia per gli occhi, il corpo e l’anima, ma in sette mesi sono rimaste le ceneri, sotto le quali non cova fuoco ma rassegnazione e pure malinconia per uno scudetto vissuto quasi senza accorgersene: 1-1, al minuto 45, con un miracolo che stavolta riesce a metà (mica come con la Salernitana o con il
Verona), perché ci sono giorni in cui pure i santi protettori hanno cose più serie a cui dedicarsi del Napoli di Mazzarri.”
I tristi numeri di Mazzarri
Su Mazzarri il giornalista scrive: “…e le statistiche non sono quelle in 90’ pallidi ma nel riassunto di una classifica che con Mazzarri (in campionato) è infarcita da 5 sconfitte, 3 pareggi e 4 vittorie, 15 punti in 12 partite, una perfetta media-banalità.” Giordano continua: “È un football stanco, né copia sbiadita o mal riuscita di un anno fa, né prodotto di una idea di Mazzarri: c’è un palleggio (?) privo di accelerazioni, distanze oceaniche tra reparti, preventive che saltano e il Genoa (4’) con Frendrup che se ne va a inizio ripresa. 0-1, in scioltezza, approfittando di un erroraccio di Natan, di spaccature tra reparti, di inconsistenza.”
Il Napoli come un naufrago
Sulla Champions Giordano conclude: “La Champions (il quarto, semmai pure il quinto posto) è su quell’isola che non c’è, dove s’adagia il Napoli. Un naufrago.”
