Gigi Riva è scomparso ieri all’età di 79 anni per un problema cardiaco
Gigi Riva è morto nella giornata di ieri nel reparto di cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Le conseguenze di un infarto che lo ha colpito il giorno prima sono state fatali per l’ex calciatore del Cagliari e della Nazionale. Con lui il calcio italiano ha perso uno dei pochi esempi cristallini di classe dentro e fuori dal campo. Dopo pochi giorni dalla scomparsa di Beckenbauer se ne va un altro fuoriclasse e protagonista di quella che fu definita la “partita del secolo”. Il match fu disputato tra Italia e Germania nel mitico stadio Azteca durante il Campionato del Mondo del 1970.
Ricordarlo durante una partita tra milionari a Riyad è stato un errore
Gigi Riva non solo è stato un centravanti straordinario, il miglior marcatore della storia della Nazionale italiana con 35 reti segnate, ma è stato anche un esempio di coerenza e umanità. Non volle mai lasciare Cagliari, dove vinse uno storico scudetto, nemmeno per le offerte faraoniche dei grandi club. Con convinta naturalezza dichiarò che “nessun calciatore può valere 1 miliardo” (di vecchie lire). Ricordarlo durante la finale di Supercoppa Italiana disputata a Riyad, tra i fischi di un pubblico barbaro, è stato l’ennesimo autogol della Lega Calcio. È stato solo un gesto autoreferenziale che invece di onorare la scomparsa di un campione ne ha offeso la memoria. Senza esagerare, il presidente Casini avrebbe dovuto ritirare le squadre dal campo.
Riva deve restare un esempio per tutti i giovani sportivi
Gigi Riva è uno di quegli uomini senza tempo, un hombre vertical, che non solo non si è mai venduto, ma non ha mai partecipato a manifestazioni di ipocrisia. Ha sempre fatto quello che rispondeva alla sua coscienza senza lasciarsi trasportare dalla comoda onda del più forte. Ieri sera invece abbiamo dovuto assistere all’ennesima rappresentazione della spettacolarizzazione dei sentimenti che la nostra società ci comanda. Il sardo Barella ha mostrato prima lacrime e disperazione, poi ha festeggiato la vittoria dell’Inter come se nulla fosse successo. Lo spettacolo deve continuare, così ci hanno insegnato opportunisticamente. Nonostante ciò un po’ di pudore e di antidivismo per ricordare “Rombo di Tuono” non avrebbe stonato. Non avrebbe guastato nemmeno la festa per la vittoria di un trofeo italiano conquistato nella terra dei petrodollari.