Eriksson: «Vi svelo il mio rimpianto con la Lazio”
Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio, ha parlato ospite a Le Iene della sua carriera da allenatore e della sua malattia
Sven Goran Eriksson, ex allenatore della Lazio, ha parlato ospite a Le Iene della sua carriera da allenatore e della sua malattia. Ecco le sue dichiarazioni.
PAROLE – «Io ho avuto il piacere di allenare il piede sinistro più forte del mondo, Mihajlovic, e il destro, Beckham. L’Italia mi manca. Con la Lazio eravamo uno squadrone, mi ricordo tutti. Romanista? Madonna… Io ho allenato la Roma: Falcao, Cerezo, Pruzzo, allenare lì era bello. Mourinho? A me piace, non voglio dare consigli alla Roma, lui non ne ha bisogno. Ora faccio poco, da quasi anno quando ho scoperto della malattia. Non posso più occuparmi di calcio. Ogni due settimane faccio controlli per vedere se il tumore peggiora. Per ora va molto bene, è al pancreas, simile a quello di Vialli. In Italia ci sono Juve, Milan, Inter. Allenare una delle altre fuori da queste e vincere è tanta roba.
Calciomercato.com e Terzotemponapoli.com riportano le dichiarazioni del tecnico svedese
Il rimpianto? Potevamo vincere lo Scudetto un anno prima. Il calcio per me è stato tutto. Il più forte che ho visto giocare è Maradona. Con la Fiorentina ci ho vinto contro in Coppa Italia: lui venne da me e mi fece i complimenti, mi disse che la musica domenica sarebbe stata diversa. E abbiamo perso 5-1. Calciatore o allenatore? Per me era meglio fare l’allenatore, non ero molto forte. Il giocatore più famoso che ho avuto è stato Beckham, quello con cui ho avuto più rapporto è stato Mancini. Ha fatto bene a lasciare l’Italia? I soldi parlano, non so se ha fatto bene ad andare via. Il calcio è meglio oggi di allora, prima i difensori non avevano tecnica e nemmeno i portieri. I miei calciatori preferiti sono Messi, Ronaldo e Haaland. Guardiola? Nulla da dire, vince tutto.