Aurelio De Laurentiis incorona Spalletti e bacchetta i napoletani
Le ultime esternazioni di Aurelio De Laurentiis sono state concilianti nei confronti di Luciano Spalletti. Al tempo stesso il presidente ha “bacchettato” i tifosi napoletani perchè “…vorrebbero vincere lo scudetto ogni anno”. I meriti dell’attuale commissario tecnico della Nazionale sono indiscutibili e lo dimostra il legame che ancora esiste tra lui e molti elementi della rosa. Discutibile invece la sua seconda affermazione riguardo ai tifosi. È quantomeno ovvio che i supporter di una squadra all’inizio di una stagione agonistica si aspettino il meglio dai loro beniamini. Questo è ancora più giustificato quando si viene da una stagione trionfale dove si è vinto dimostrando una superiorità netta. Inoltre per quanto esigente possa essere la piazza napoletana non andrebbe mai dimenticato che stiamo parlando di un popolo che ha atteso ben 33 anni dall’ultima vittoria. E in questi anni la squadra è passata per fallimenti societari, retrocessioni ed umiliazioni sportive.
Le parole del presidente hanno dato il diritto ai tifosi di avere grandi aspettative
Le parole del presidente della sera del 4 maggio, a pochi minuti dalla conquista matematica del campionato le conosciamo tutti. “Mi avete sempre detto vogliamo vincere e abbiamo vinto…”esordì trionfante, “Quando sono arrivato avevo detto che ci sarebbero voluti sette anni per arrivare in Europa, poi altri 10 per vincere lo scudetto, ma abbiamo anticipato i tempi..”. Poi ha alzato la posta “ora ci manca di rivincerlo e rivincerlo ancora. E poi ci manca la Champions…”. Prima di abbandonare il microfono al quale era avvinghiato ha concluso dicendo “”Il progetto non si ferma mai, per me questo è un punto di partenza. Si riparte con Spalletti”. Per quanto dettato dall’entusiasmo del momento si tratta di parole quantomeno incaute, anche perchè confermate nei giorni successivi. Tutto questo legittima l’aspettativa dei tifosi e di tutto l’ambiente.
Poi è subito cominciato il festival degli errori di De Laurentiis
Purtroppo De Laurentiis non ha aspettato neppure la fine ufficiale del campionato per cominciare a mettere in scena il suo personale festival degli erroti. La prima smentita è arrivata proprio da Luciano Spalletti che ha fatto subito capire che non sarebbe più stato l’allenatore del Napoli. In rapida successione la questione Giuntoli che si era promesso da tempo alla Juventus. Infine la situazione Kim che avendo posto una clausola rescissoria alla firma del contratto e reduce da uno strepitoso campionato poteva essere considerato un calciatore partente. Quali le reazioni del presidente? Aprire un casting per la scelta del nuovo tecnico, tenere Giuntoli fermo pur sapendo che non sarebbe rimasto e prendere tempo per cercare un difensore.
Tutte le sue scelte si sono dimostrate perdenti
Purtroppo, nonostante le tante mosse indovinate in passato, tutte queste scelte si sono dimostrate sbagliate. Al termine del campionato il presidente ha fatto sapere pubblicamente di aver aperto un casting per la scelta del nuovo tecnico e di avere ben quaranta nomi sul tavolo. Requisiti per essere scelti, sempre su dichiarazioni del patron azzurro, sposare il 4-3-3 senza se e senza ma e valorizzare i calciatori che hanno giocato poco la scorsa stagione. Alla fine la scelta è caduta su Rudi Garcia, che probabilmente è stato l’unico ad aver accettato questi compromessi. Si sono subito dimostrati disastrosi sia il tecnico, che per sua stessa ammissione non conosceva il Napoli, sia l’imposizione di Raspadori in campo. Della squadra di Spalletti non è rimasta neanche l’ombra, sia dal punto di vista del gioco che da quello atletico.
Il Direttore Sportivo senza poteri decisionali e il sostituto di Kim
Altro autogol di ADL l’aver scelto il Direttore Sportivo dopo l’allenatore. Meluso, quasi sconosciuto ai più e fuori dal giro da un paio di anni, non ha inciso su nessuna scelta tecnica. È apparso subito chiaro che la sua figura è puramente formale e certamente poco operativa sia sul mercato che nei rapporti con la squadra. Infatti anche l’estenuante attesa del sostituto di Kim, conclusasi con l’arrivo di Natan, dopo aver fatto almeno una quindicina di nomi di alto livello, è stata un’operazione guidata dal capo scouting Micheli. Anche questa scelta la si è pagata cara visto che il brasiliano non ha visto il campo fino all’infortunio di Juan Jesus diventato di fatto titolare nel frattempo. Tutto questo ha inciso anche sul numero di difensori centrali a disposizione del tecnico e sulla tenuta difensiva della squadra.
De Laurentiis avrebbe semplicemente dovuto dire “ho sbagliato”
A conti fatti possiamo tranquillamente dire che tutti gli errori fatti da allenatori, e settore tecnico in generale nascono da scelte fatte a monte. Il presidente si è fidato troppo di se stesso e diciamolo, della sua buona stella. Non si può negare che il suo ego dopo la vittoria dello scorso campionato si sia amplificato smisuratamente. Lo ha dimostrato non solo avocando a sé stesso ogni potere decisionale ma anche installandosi a Castel Volturno commissariando di fatto Garcia. Era inevitabile l’avvicendamento in panchina, ma probabilmente era possibile una scelta migliore rispetto a quella di Mazzarri. La situazione del Napoli non è affatto rosea e i problemi si stanno sommando mettendo a rischio anche la qualificazione alla prossima Champions. De Laurentiis anziché continuare a cercare alibi e responsabilità farebbe bene a fare un atto di umiltà usando soltanto due parole, “ho sbagliato”, per il bene della squadra e dell’ambiente.