Apuzzo
Abbiamo il piacere di avere sulle pagine di TerzoTempoNapoli.Com Ernesto Apuzzo, ex calciatore ed allenatore oggi impegnato nello scouting.
Senza girarci troppo intorno, cominciamo con la domanda del momento. Come vedi il ritorno di Mazzarri a Napoli?

Da tifoso del Napoli spero ardentemente che possa fare bene, anche se non è mai stato il mio modello di allenatore. Insieme a lui ho fatto il Super Corso di Coverciano, eravamo compagni di banco. Già dall’epoca, nonostante i buoni risultati che ha ottenuto non era il mio prototipo di allenatore. A Napoli ha fatto bene, poi ha deciso di andare all’Inter e dopo quell’esperienza ha fatto malissimo ovunque. De Laurentiis ha ritenuto opportuno rivolgersi a lui in questo momento storico, dopo uno scudetto vinto in modo incredibile. Dopo quattro mesi di Garcia ci ritroviamo con un tecnico che nemmeno in Serie B avrebbe trovato panchina…ma io sono tifoso del Napoli e per me Mazzarri in questo momento è il migliore del mondo.

Dove pensi che possa arrivare il Napoli di quest’anno?

Penso che nonostante la brutta partenza, figlia della scelta sbagliata dell’allenatore, con la rosa che si ritrova il Napoli basta un pò di buon senso. Non bisogna inventarsi niente perchè con l’Inter gli azzurri hanno la rosa più forte del campionato. La squadra avrebbe potuto camminare col pilota automatico, purtroppo il presidente si è creduto Dio sceso in terra e ha rovinato un pò tutto. Spero che quello che dico sia dettato dal mio essere tifoso e chiaramente deluso in questo momento. Spero di sbagliarmi e sono pronto a chiedere venia.

Domanda a Ernesto Apuzzo allenatore. Secondo te, in percentuale, quanto conta per il successo di una squadra la mano dell’allenatore e quanto il valore tecnico dei calciatori in rosa?

Le due cose vanno di pari passo secondo me. Se hai una rosa importante e uno come Garcia, che non è umile e ha fatto quello che tutti abbiamo visto, la guida tecnica non vale niente. Se invece hai uno come Spalletti, che oltre ad essere un grande allenatore, ha avuto anche l’umiltà e l’abilità di creare un gruppo importante allora conta molto. Ho fatto l’allenatore e so che se non sei amato dal gruppo è finita, non vai da nessuna parte. Garcia non si è fatto amare. Gli allenatori devono farsi rispettare ma devono anche farsi voler bene, solo così i calciatori lo seguiranno sempre, qualunque cosa dica.

Domanda a Ernesto Apuzzo calciatore. Ovviamente non ti chiedo di fare nomi, ma ti è mai capitato da calciatore di non condividere le idee del tuo allenatore? E se si hai mai fatto di testa tua?

Si, certo. Ho fatto anche esonerare un allenatore, ma per un motivo semplice. Io e altri quattro uomini importanti nello spogliatoio, eravamo in Serie C a Sorrento, si può dire dopo tanti anni. L’allenatore dell’epoca ancora prima che finisse la stagione parlava di quella successiva che avremmo giocato in una categoria inferiore. Quindi già si era arreso, e io che non mi sono mai arreso e mai mi arrenderò in vita mia sono andato dal presidente con i miei compagni a farglielo presente. Insomma il martedì il tecnico aveva già ricevuto il benservito, ma io penso di non aver fatto un torto a nessuno, ho fatto un favore alla squadra e all’ambiente.

Sono sinceramente convinto che la presenza di più uomini come Ernesto Apuzzo farebbe il bene del calcio. Garcia ha evidentemente accettato dei compromessi con De Laurentiis. Ci racconti l’episodio del Marulla, quando il presidente voleva importi delle sostituzioni?

Mi viene da ridere, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto anche se ho perso il posto due giorni dopo. Il presidente era solito comunicare col team manager dalla tribuna alla panchina con un cellulare. Non c’era simpatia tra di noi e quando telefonò al team manager che era in panchina me ne accorsi. Allora presi il cellulare e davanti a 15.000 spettatori volevo lanciarglielo contro ma non sapendo dove fosse di preciso mi limitai a fare il gesto e lo mandai a quel paese. Il martedì ricevetti la lettera di esonero.

Hai avuto modo di lavorare anche con i giovani proprio a Napoli. Come fare a riavvicinare i ragazzi al calcio? E come riformeresti i settori giovanili?

Li riavvicinerei al calcio stabilendo delle regole. In primis, esortandoli a fare da soli, senza i loro genitori. Penso che i genitori siano i maggiori responsabili della mancanza di crescita dei ragazzi. Gli stessi ragazzi non ci mettono amore per questo gioco che poi può diventare mestiere, non tutti ovviamente. Li vedi con gli smartphone e le cuffie che vogliono scimmiottare i calciatori professionisti e questa è una cosa bruttissima. Un’altra cosa che farei è quella di abolire i tre punti fino ad una certa età perchè se ne vedono di tutti i colori già con ragazzini di 7-8 anni. Squalificherei gli allenatori che anche durante le partitine di ragazzini di quell’età prendono appunti e gli fanno vedere schemi sulla carta. Poi obbligherei i ragazzi a fare almeno uno o due dribbling prima di passare il pallone. Questo sarebbe il mio credo ed il mio insegnamento.

Mentre parliamo sta giocando la Nazionale. Come vedi il futuro del calcio italiano?

Lo vedo abbastanza problematico per la troppa presenza di stranieri. Adotterei delle regole ben precise al riguardo. Però stasera vedo la Nazionale guidata da un allenatore preparato e a Napoli lo sappiamo bene. Insomma in prospettiva Spalletti lo vedo bene perchè dopo due qualificazioni ai mondiali mancate dobbiamo necessariamente fare qualcosa di importante. Infatti, mentre parlo, ha segnato la Macedonia, andiamoci coi piedi di piombo.

Un grazie ad Ernesto Apuzzo per la cortesia e la disponibilità.

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