A Radio Crc, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, è intervenuto Aniello Aliberti, ex presidente della Salernitana, alla vigilia del match tra il Napoli e la squadra granata. Tra le due tifoserie vi è, da tempo, una rivalità che travalica ogni aspetto culturale e dimentica la ”STORIA” del nostro Paese.
Che l’unificazione dell’Italia non sia mai avvenuta è un concetto radicato da molti storici ed opinionisti, ma che ci sia una rivalità (forse anche fuori dal concetto sportivo) tra popoli affini, è inammissibile. ”CAMPANIA FELIX” impera e si invitano tutti coloro che non comprendono tale significato a studiare e ad essere edotti su un aspetto storico che va conosciuto prima di avventurasi in assurde ed ingiustificare rivalità. Che ci sia una legittima rivalità – SOLO a livello sportivo- è comprensivo, ma che si dimentichi che napoletani e salernitani parlano la stessa ”lingua”, che le rispettive (gloriose) città sono distanti solo pochissimi chilometri, che hanno in comune tanti aspetti della vita: folklore, modus vivendi, gioia di vivere, ospitalità, sensibilità ed attenzione verso il prossimo, varie manifestazioni e tanto altro, dovrebbe far riflettere coloro che ancora non si sono degnati di farlo.
A distinguersi da coloro che alimentano una qualsivoglia rivalità, tra le due squadre campane, è Aniello Aliberti che rilascia alcune dichiarazioni riportate da TerzoTempoNapoli.Com:
Il cuore di Alberti diviso a metà
“Domani il mio cuore sarà diviso a metà perché dopo 11 anni l’amore verso Salerno non si dimentica. Da campano e da napoletano però sono felice che il Napoli vada bene e vinca gli Scudetti.
Alla Salernitana fecero un danno inenarrabile
Se ci fosse stata una federazione seria che non ci escludesse saremmo rimasti in serie A. Ci fecero un danno inenarrabile, ma ho vissuto 11 anni belli a Salerno.
Aliberti su Spalletti
Spalletti da uomo intelligente credo abbia valutato che sarebbe stato difficile ripetersi a Napoli. Ma, oggi difficilmente vedremo giocare il Napoli come l’anno scorso perché c’è un altro allenatore con nuove idee. La squadra è forte, i giocatori sono gli stessi, ma cambiando il modulo ed i metodi di allenamento qualche contraccolpo ci sta.
Secondo Aliberti che il presidente stia vicino a squadra e allenatore è abbastanza normale
Che il presidente stia vicino a squadra e allenatore credo sia abbastanza normale. Credo stia cercando di far capire ai giocatori che devono ascoltarlo e allo stesso modo sta dando carisma all’allenatore nei confronti della squadra. Da presidente avrei fatto il pazzo per tenere Giuntoli. Avrei ceduto anche Osimhen, ma avrei tenuto Giuntoli, per farvi capire l’importanza del ds. Il buon Paratici dopo aver speso tanto, troppo, non ha prodotto ciò che Giuntoli ha prodotto a Napoli.
Un campionato come quello dell’anno scorso non si ripeterà più
Un campionato come quello dell’anno scorso non si ripeterà più perché nessuna squadra schiaccerà il campionato come ha fatto il Napoli. Non è razzismo, ma la serie A è piena di stranieri: prima erano solo fenomeni, ora sono mediocri. Anche a Salerno, parlano 5 lingue!”.
Conclude Aliberti