Su Vikonos Web Radio/Tv durante Febbre a 90, è intervenuto Eugenio Albarella. Ecco le sue dichiarazioni:
“Possiamo fare solo supposizioni guardando il Napoli da fuori, se penso alle difficoltà del gruppo che pur mantenendo 10/11 dell’ossatura campione, con la nuova gestione dev’essere considerata una squadra ex novo. In un contesto in cui con il percorso precedente si è stravinto un campionato consolidando certezze, quando ti ritrovi con input di lavoro differenti devi passare per un processo di discussione per poi dopo acquisire certezze. Non conosco i particolari, quindi non so se ci sia stato un confronto squadra-tecnico”.
“Pur mantenendo lo stesso sistema di gioco, i principi sono diametralmente opposti. I giocatori hanno sempre avuto l’input che scappare dietro portava difficoltà e fatica, oggi lo vedo invece come una direttiva, quindi parliamo di due lingue diverse. E in un contesto di gruppo, c’è chi lo accetta subito, chi meno ed in campo notiamo una squadra lunga, sfilacciata, che fa prestazioni sconcertanti come nel secondo tempo con la Lazio e a Genova“.
“La cosa che mi preoccupa di più è che si vede in campo che certe cose sono poco allenate: ad esempio, il pressing fino allo scorso anno era caratterizzato dal muovere palla ad una certa velocità, andando poi alla ricerca dell’imbucata, creando densità in area. Ora di questo se n’è perso traccia: il Napoli fa possesso palla lento, orizzontale, le idee non sono del tutto chiare e questo va allenato, mentre si parla solo di motivazioni e approcci mentali. Il Napoli deve dare un segnale forte“.
Conclude Albarella