A TerzoTempoNapoli (trasmissione televisiva in onda ogni martedì alle 21,30, in diretta su Facebook, YouTube e Twitch, nonché in replica il giorno successivo, su Nuvola Tv Canale 80 Dgt, su Telefutura Canale 268 Dgt, su Radio Caserta Web Tv), il Dott. Paolo Carpiniello, Preparatore Atletico (e non solo…).
Vincenzo Vitiello, Direttore Responsabile di TerzoTempoNapoli: Dott. Carpiniello, l’attuale Calcio può essere libero?
“C’è da giocare con la concorrenza sleale. Questa situazione si è creata nel tempo. L’egemonia europea è stata creata negli anni ’80 e ’90. Con Calciatori supervalutati. E, forse, sopravvalutati. Ad oggi non si riesce più a competere. Ma la realtà è questa. Bisogna essere un po’ cinici, al riguardo. Io sono più potente di te e ne approfitto. E, tra i Calciatori, non ci sono più bandiere. Basterebbe un terzo di Calciatori come Totti e Del Piero, Baggio, per contrastare l’attuale fenomeno. Il resto, ormai, sono attaccati ai soldi. Ruben Neves, in un’intervista, a proposito della Saudi Pro League, dice di dover pensare alla famiglia ed ai figli. Nonostante sia già un milionario. E, quindi, di essere “costretto ad andarci a giocare. Cosa rispondere? Siamo noi essere umani a dare senso alle cose. O una calmata pure ai comportamenti dei Club. Ma se il Calciatore, decide di andare appresso ai soldi. E se si spendono milioni anche per Calciatori giovani, ventenni, che non hanno neanche lo spirito di sacrificio? Io, allora, dico: che vuoi farci? Sono più forti. Offrono di più. Punto.”
Carpiniello, La Fifa potrebbe imporre limiti, oppure, gli stessi, verrebbero aggirati?
“Fatta la legge, trovato l’inganno? Se non c’è un ente super partes, credibile, che faccia da vero punto di riferimento, non si troveranno rimedi facilmente. Si veda anche il caso della Juventus. I bilanci del Barcellona, quelli del Real Madrid. Altri scandali, anche altrove, nel passato. Alla fine, parliamoci chiaro, si è sempre fatto poco. Rispetto a tali vicende. Anche inflattive. Io non ci credo. Non mi piace fare il romantico, il sognatore. Purtroppo, oggi, chi ha più soldi, vince. Questo si è fatto nel tempo. E si è voluto creare nel tempo. E non dimentichiamoci: il primo fu Maradona. Nella sua epoca. Ad aver sempre denunciato scandali Fifa. Sporco, poi, messo sotto al tappeto. Se si sollevasse il tappeto, per intero, immaginiamoci cosa uscirebbe. Io, ad oggi, non vedo la soluzione. Chi ha più soldi, vince. Il pesce più grande, mangia quello più piccolo”.
Antonio Miele, Vice Direttore di TerzoTempoNapoli: Dott. Paolo Carpiniello, gli infortuni occorsi in questo inizio di Stagione Azzurra, sono solo una questione di differenti tipi di Preparazione Pre-Campionato?
“Gli infortuni verificatisi, sono una conseguenza del cambio di Preparazione”.
Carpiniello, prima di proseguire ancora, ci illustri anche le sue numerose competenze.
“Lavoro tanto. Ma in Italia si è quasi “costretti”. Dalla realtà “vigente”. Sono un Preparatore Atletico, un Chinesiologo Clinico, un Terapista, un Massaggiatore, un Esperto di Nutrizione Pre e Post Workout (Allenamento). Il mio Curriculum è elevato. Se avessi scelto l’estero, sarei ancora più conosciuto. A volte, per certi valori, si rinuncia ad andare verso i soldi. Ma c’è un bel lavoro da fare. Con due studi di Consulenza da seguire. Presso i quali, insiste una bella platea di Atleti Agonisti. Di diverse Discipline. Che vanno, oltre al Calcio, dal Pugilato al Ciclismo, dalla Corsa al Body Building. Poi, sono un ex Atleta”.
L’ex Preparatore Atletico Sinatti, bisognava tenerlo?
“Si. Per tre motivi. Una squadra che vince. Il rapporto umano che si crea. Nel gruppo. La reciproca conoscenza delle Metodologie, tra i Calciatori ed il Professionista di riferimento: non lo devi cambiare. Ancor di più quando ha dimostrato, sul campo, un certo tipo di Curriculum e Valore. Poi perché, se una Preparazione ti porta pochi infortuni, il Professionista di riferimento conosce molto bene gli Atleti. Sia con l’Alimentazione, sia con l’Allenamento. In maniera Soggettiva. E Specifica. Per ogni Calciatore. A maggior ragione: lui ne conosce pregi e difetti. I punti deboli. A quel punto: non lo mandi via. Sinatti, infine, ha delle Metodologie abbastanza innovative. Non si tratta, pertanto, del solito copia e incolla, di raccomandazioni o del “figlio di papà”. Io avrei puntato su Sinatti.
E De Laurentiis?
“Ma, addirittura, ultima notizia, De Laurentiis è corso ai ripari cercando un consulente esterno. Che possa confrontarsi con Rongoni (l’attuale Preparatore Atletico). Questo significa che c’è un malcontento interno. Già abbastanza vivace. Però, ripeto, non bisogna fasciarsi la testa. Bisogna, poi, vedere con il lungo andare. Talvolta, con la Preparazione si pecca all’inizio. Ma, poi, ci si potrebbe riprendere con il tempo. Il dato oggettivo, però, va contro Rongoni. Gli infortuni sono di natura muscolare. Finché c’è un trauma contusivo, un trauma distorsivo, dovuti a scontri di gioco, allora questi fanno parte della natura del Calcio. Ma quando c’è una Distrazione Muscolare, un Sovraccarico, un Affaticamento, purtroppo il dito potrebbe essere puntato sul Professionista. Per la Metodologia che sta attuando. Di cui, poi, si pentirà?”.
La Preparazione “a breve” della scorsa Stagione e quella “a lungo” di quest’anno, possono aver inciso?
“Assolutamente si. Ma cambiano anche le distanze. Io ho studiato un po’ Rongoni. Lui è amante anche di distanze lunghe. Anche di ripetute su mille metri. Le distanze dei fondisti. Sinatti, invece, andava a privilegiare le distanze brevi. Questo cambiamento porta ad uno shock psicofisico e muscolare. Ad un sovraccarico per l’Atleta. Che, ripeto, potrà adattarsi con il tempo. Però, all’inizio, magari, ti porta a questi infortuni”.
Monia Alloggio, Giornalista: Dott. Carpiniello, quanto tempo occorre per conoscere un Atleta?
“E’ una bella domanda. Dipende anche dall’empatia che si crea nel gruppo. Se il gruppo viene messo nelle condizioni di lavorare in maniera omogenea e continua, io Preparatore riesco a capire subito chi mi segue di più e chi di meno. Oppure, chi è più e chi meno allenato. E chi più e chi meno segue le direttive. Quando non c’è empatia o feeling. Oppure, quando un Calciatore si accorge che la Preparazione non è valida, come quella della Stagione precedente, possono trascorrere anche 60/90 giorni per conoscere un Atleta”.
Piero Capobianco, Redattore di TerzoTempoNapoli: Dott. Carpiniello, siccome a nessuno piace la figura del “Padre-Padrone”, si sente la mancanza di una figura autorevole che faccia da tramite tra gruppo squadra e proprietà?
“Queste figure hanno bisogno di gerarchie chiare. Il curriculum di Sinatti dice: Preparatore Atletico. Il Curriculum di Rongoni dice: Co-Preparatore, cioè Assistente al Recupero/Potenziamento Fitness dell’Atleta. Questo, nelle sue precedenti esperienze. Cosa significa? Anche il Calciatore identifica, nel professionista di riferimento, capacità, specializzazione ed esperienza in un certo settore. Oppure in un altro. Sarebbe il caso, quindi, che il Presidente, l’Allenatore, il Preparatore Atletico, il Fisioterapista ed il resto dei gruppi di lavoro, facessero più riunioni tecniche in merito. Per capire: che metodologie stai applicando? Perché questi infortuni muscolari? Per approfondire. Però, qui in Italia, ne ho viste fare tante. Bisogna capire bene con chi si ha a che fare. Una cosa è il Preparatore Atletico. Altra cosa è il Personal Trainer. Ancora diverso il Massaggiatore. Un professionista può anche essere bravo a fare un po’ tutto. A sopperire a certe lacune. Ci può anche stare. Ma ai livelli del Napoli Calcio bisogna capire bene il ruolo di ogni professionista”.
Dott. Marco Fusco, Coach di Pallanuoto: Dott. Carpiniello, la Prevenzione nel Calcio?
“Sembra semplice rispondere. Ma non lo è affatto. Nel Calcio, a differenza di altri Sport, spesso viene sottovalutata la Prevenzione degli Infortuni. Cioè un certo tipo di esercizi di Mobilità. Un certo tipo di Allenamento Posturale. Che non sia l’attività di Stretching. Ma evolute metodologie e tecnologie. Nel Calcio, tutto ciò è trascurato. Anche perché si dà per scontato, per presunzione, che l’Atleta sappia già svolgere queste attività preventive da solo. Dopo anni di militanza. Sin da piccolo. Ma invece, anche negli esercizi semplici, nel Riscaldamento, nell’Attivazione più particolare, la Prevenzione manca nel Calcio. Anche a certi livelli, non si fa. Oppure si dà per scontato, peccando di presunzione, che l’Atleta sia già di un certo livello. E che sappia già farsela. Da sé. O che non abbia subito infortuni, nella stagione precedente. In altri Sport, ad esempio il Basket, c’è molto Allenamento Posturale. Questa del Dott. Marco Fusco, oltre ad essere una bella domanda, è anche una provocazione”.
Claudio Mellone, PianetaNapoli.it: Dott. Carpiniello, Rongoni fu allontanato dalla Roma, tempo fa. Quali sono le differenze tra Sinatti e Rongoni: cambio di Preparazione, accelerazione della Preparazione, La Preparazione sul lungo termine o la metodologia già collaudata di Sinatti?
“Altra bella domanda. Hai centrato un punto importante. De Laurentiis ha richiesto una consulenza esterna. Sembra sia quella del Prof. Landolfi. Del gruppo di lavoro del Prof. Mariani di Villa Stuart. Rongoni fu allontanato dalla Roma per le sue metodologie. Rongoni, forse, ha accelerato troppo. Cosa è successo, secondo me? Ha pensato ad una Preparazione più forte. Da subito. Non tenendo conto del tempo. E di alcuni aspetti fisici degli Atleti Azzurri. Peccando di quella presunzione, prima accennata. Sinatti è molto bravo. E’ uno dei pochi ad impiegare metodi molto personalizzati. Senza “Medicina Convenzionale”. Bite o plantari, per esempio, che non risolvono i problemi alla base. Io non sono per il “palliativo”. Io sono per il “curativo”. Bisogna capire il problema a monte. E poi prescrivere la medicina. L’antinfiammatorio agisce per un paio di giorni. Ma poi il problema ritorna. In Italia non c’è più innovazione. Non c’è più studio. Spesso ci si adagia sulle proprie esperienze. Utilizzando palliativi. Che non risolvono i problemi”.
Antonio Miele, Vice Direttore di TerzoTempoNapoli: Dott. Carpiniello, se ci si avvale anche dell’Allenamento Mentale (Mental Coaching), riesce, poi, il corpo a seguire i sempre maggiori obiettivi che pone la mente?
“Altra domanda interessante. La figura del Mental Coach (Allenatore Mentale) non è presente in tutte le Squadre. All’estero, invece, in quasi tutti i Top Club è presente. In Italia non si è ancora definita questa figura. Il Motivatore può esistere solo se non è in contrasto con altri “motivatori” presenti negli Staff. Se c’è empatia tra i Giocatori. Se c’è empatia di gruppo, con il Professionista di riferimento, c’è già il Mental Coach “innato”. In altri casi, magari c’è già un “motivatore” in squadra. Si pensi a Mister Mourinho: non c’è bisogno della figura del Mental Coach. Tutto questo è importantissimo. Può alzare il livello della prestazione. Ti può “gasare” di più. Ti può portare ad un livello di “Trance Agonistica”.
Prosegue Carpiniello:
Riesci a fare gol al 120′. A dare quel qualcosa in più. Non senti la fatica. Perché, alla fine, il nostro ponte di comando è la mente. Purtroppo non è una figura ancora molto utilizzata nel Calcio. Ma, sicuramente, fa la differenza. La provocazione è sempre la stessa: Rongoni ha queste caratteristiche? Nel suo essere? Si fa voler bene dal gruppo? Altrimenti si potrebbe una reazione a catena nel gruppo. Se io Calciatore vedo che si fa male il mio collega. Il mio amico. Comincio a dire: questo non sa fare nulla. Oppure: costui non è bravo come quello che c’era prima. E quindi si rischia un “mental coaching” in negativo”.
A Roma Mister Garcia aveva un Mental Coach…
“Ancora oggi non c’è ancora la cultura sportiva per accettare questa figura. In Europa c’è già da dieci anni. In Italia, forse, arriverà tra altri dieci anni, come si dovrebbe. Però, alla fine, potrebbero già esserci le caratteristiche di un Mental Coach in Squadra. Il gruppo deve seguirti. Oggi la figura del Preparatore Atletico è importantissima. Perché se il Calciatore non percepisce quanto il Professionista sia bravo, diventa difficile. Anche perché oggi il Calcio è tutto fisico. Tecnica. Tattica. Ma oggi i Calciatori sono Atleti a tutti gli effetti. Seguono diete maniacali. L’Atleta viene curato anche con la crioterapia post workout (dopo l’allenamento). Con tecniche evolute. Cristiano Ronaldo, Halland, Mbappe sono macchine da combattimento. Devono durare fino al 120′. Ed oltre. Anche per tirare un Rigore. Se non sei forte, anche mentalmente, non ci riesci. Non lo tiri. Il Portiere ti distrugge psicologicamente prima che tu possa tirarlo. Io dico che, oggi, la Preparazione dello Staff Tecnico vale tanto. Un Allenatore di Serie D mi disse che è più facile imparare il suo mestiere. Che, viceversa, il nostro. Secondo me, il nostro lavoro vale un 60% del totale”.
Vitiello: Dott. Carpiniello, mi ha molto colpito il concetto di Allenamento Personalizzato…
“Sinatti faceva una sorta di Anamnesi di ogni singolo Atleta. Ed una Scheda di Lavoro Personalizzata. Le faccio anch’io. A vari livelli. Relazionandomi anche con Calciatori di Serie A. Ed in convegni internazionali. Che mi hanno riconosciuto valore. Occorre una dieta personalizzata. Un protocollo alimentare specifico. Un esame Baropodometrico. Un esame Posturale. Un’accurata indagine sulle fibre muscolari di ogni singolo atleta. Ognuno diverso da tutti gli altri. E con caratteristiche specifiche. Diverse. Questo dovrebbe essere l’Abc. E non voglio pensare che non ci sia oggi”.
Può capitare che un Atleta abbia bisogno di più carboidrati rispetto ad un altro?
“Assolutamente si. Erling Haaland ha un fabbisogno di 6.000 calorie al giorno. Significa circa 7/8 pasti al giorno. Con un apporto di circa 2/300 grammi di carboidrati alla volta. Poi il corpo dell’Atleta dà segnali. Con picchi insulinici. O glicemici. Se le proteine gli servono per aumentare la massa muscolare. O se, invece, gli comportano problemi di digeribilità. Per questo, ripeto, lo Staff fa il 60% della Squadra.
Alessandro Cardito, Vice Direttore TerzoTempoNapoli: Dott. Carpiniello, bisogna per forza caricare all’inizio della Preparazione, oppure usare il criterio della progressività?
“Su questa domanda c’è poco da dire. Di solito sono sempre dettagliato e tecnico. Non è detto che si debba caricare per forza. Per la verità queste decisioni sono responsabilità del Preparatore Atletico. C’è il Preparatore che parte a mille, anche a 40 gradi. C’è il Preparatore che ti fa effettuare scatti, anche senza Riscaldamento. E poi anche il Preparatore che aumenta gradualmente i carichi di lavoro. E’ tutto molto soggettivo. Poi c’è anche il fattore tempo. Gli obiettivi che si prefigge la Squadra. Dipende anche dalle direttive dell’Allenatore. Esempio: “Li voglio pronti per la prima Amichevole”. Oppure: “Non mi interessano le Amichevoli, ma le prime di Campionato”. Come per i Procuratori, ci sono anche dinamiche molto soggettive. Per questi motivi è sempre difficile rispondere a queste domande”.
Vitiello: Dott. Carpiniello, la vicenda Victor Osimhen?
“Se un Calciatore di Serie D arriva a prendere cinquantamila euro all’anno, diventano “normali” i duecento milioni di Arabia Saudita. C’è sempre qualcuno che deve mangiare. C’è sempre l’ombra del Procuratore. Aneddoto: fui costretto a dare spiegazioni tecniche ad un Agente/Procuratore. Che si lamentava per il suo assistito. Che non giocava. In quanto infortunato. Ed io gli avevo consigliato delle metodologie per il suo recupero. Il guadagno, per lui, veniva prima. Questo succede in Serie D, C, B. Figuriamoci a livelli alti. I Procuratori hanno fatto diventare il Calcio una barzelletta”.
Malignando, possiamo pensare anche a cifre “sottobanco” per gli Agenti/Procuratori?
“Si. Ci può stare. Il Procuratore potrebbe spingere il Calciatore Osimhen ad accettare le offerte arabe. Anche se sembrerebbe che il ragazzo non sia cosi interessato a giocare in un Campionato ancora di seconda/terza fascia di importanza. Mistero. Ed il “sottobanco” potrebbe addirittura coinvolgere anche il Presidente. Non solo il Procuratore”.
Non sarebbe meglio la Premier League per Victor Osimhen?
“Io sulla Premier League sono cattivo. Sono diventato antipatico. Con altri articoli ed altre relazioni. Secondo me, Calciatori come Kvara ed Osimhen, in Inghilterra, non farebbero gli stessi sfracelli che han fatto in Italia. Tanti Calciatori italiani hanno fatto brutte figure in Inghilterra e Germania. Ciro Immobile, Nazionale italiano, neanche in panchina al Borussia Dortmund ed al Siviglia? Attenzione…”
Almeno è un valido banco di prova?
“Certo. Ma ci giocano il doppio delle partite. Rispetto all’Italia. Con due Coppe Nazionali in più. Non si fermano mai. Neanche durante le feste natalizie. E si fanno male anche di più. Da noi siamo abituati diversamente. Trattiamo in maniera principesca i Calciatori. E poi si rischia di fare brutte figure all’estero, atleticamente”.
Natan?
“Punti interrogativi. I brasiliani non sono proprio il massimo tatticamente. Secondo me dovrebbe essere molto seguito. In contesti tattici come quelli del Napoli. I Difensori Centrali di piede sinistro sono rari. Questo potrebbe essere un punto di forza. Però a me non fa impazzire. E poi trovo troppa sproporzione tra il loro ed il nostro Campionato. La Preparazione. Il Metabolismo. Il fuso orario. Il Calciatore brasiliano o è un fenomeno oppure è un pacco mondiale. Sono molto scettico. Mi piaceva Danso del Lens”.
Capobianco: Dott. Carpiniello, ho notato gravi amnesie tattiche del Natan…
“Natan ha ricoperto anche il ruolo del Difensore Esterno. Kim non lo conoscevamo. Ma ha una struttura fisica impressionante. Imparagonabile a Natan. Kim è una roccia. Se lo guardo, lo voglio in squadra. Per farne il 70% della Difesa. Gli orientali, poi, hanno la cultura del sacrificio atletico. Noi ce la sogniamo. Non scherziamo. Spero di sbagliarmi. E ne sarei contento”.