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La Lazio oggi vive un gravissimo lutto. Dopo aver lottato per circa due anni contro un tumore, si è spento Vincenzo D’Amico. Non molto tempo fa, il 7 Maggio, su Facebook scriveva: “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate. Io ci sto provando!” Aveva 68 anni ed è stato il golden boy della banda Maestrelli del 1974. Era infatti il calciatore più giovane di quella Lazio: a 19 anni vinse lo storico scudetto. Già nel 1972 Maestrelli lo notò mentre giocava nella Primavera della Lazio. Fu, come disse lo stesso D’Amico, una sorpresa quando l’allenatore volle farlo esordire in prima squadra.

Una vita nella Lazio

Nato a Latina nel 1954, giocò nella Lazio dal 1970, rimanendovi ben 15 anni. Dopo lo scandalo scommesse nel 1980, passò al Torino, ma decise di tornare alla con i biancocelesti nel 1981 seppur in B. Epiche due partite: un 2-0 sul Catanzaro che valse la salvezza per la squadra capitolina nel 1980 ed un 3-2 sul Varese che valse la salvezza, stavolta in B, nel 1982. D’Amico è stato una bandiera della Lazio dunque. Viola, presidente della Roma, avrebbe voluto portarlo in giallorosso. Alle richieste pressanti del presidente giallorosso, D’Amico ribadiva: “Presidente, io sto nella Lazio”. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Vincenzo è sato valido opinionista televisivo nella redazione sportiva della Rai. Non solo i tifosi biancocelesti, ma anche i telespettatori lo ricordano come persona garbata, simpatica e dalla sottile ironia. Insomma, D’Amico mancherà a tutti: autentica bandiera che risalta ancor di più in un calcio moderno che obbedisce sempre più al dio denaro e presenza più che gradevole nelle case degli italiani con i suoi commenti.