Presso la Sala degli affreschi del Real Museo di Capodimonte alle 18:00 è andata in scena la conferenza di presentazione del nuovo allenatore del Napoli Rudi Garcia. Ad introdurre i lavori il presidente De Laurentiis che ha voluto ringraziare il direttore del Museo e le autorità presenti in sala.
Le prime parole di Garcia
“Il primo regalo è essere a Napoli, la cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Voglio salutare i tifosi per l’accoglienza e fare i complimenti al presidente e alla squadra per la grande stagione. Quando sono arrivato e ho visto tutte queste bandiere ho capito che i tifosi e la città sono fieri della loro squadra. Il mio obiettivo è continuare a renderli tali”.
Garcia sulle ambizioni
“L’asticella è alta. Il Napoli deve continuare a giocare per vincere il campionato e deve essere protagonista in Champions”
De Laurentiis sulla scelta del mister
“In questi dieci giorni ho valutato gli allenatori che con il 433 avessero fatto bene. Garcia ha fatto bene in Italia con la Roma con questo modulo facendo addirittura un filotto vincente di circa dieci partite. Con il Lione è arrivato in semifinale di Champions: ho pensato che fosse la scelta giusta.”
Garcia sull’eredità di Spalletti
“Non ho paura dell’eredità di Spalletti. Già ho fatto i complimenti al mister. Io voglio che i calciatori utilizzino quanto fatto per avere fiducia nei propri mezzi. Paradossalmente dovranno anche dimenticare i risultati raggiunti in quanto dovranno avere l’umiltà giusta per continuare a lavorare. Lavoreremo molto, datemi tempo: partiremo a bomba, ma dovremo anche gestire le energie per arrivare in fondo alla prossima stagione. Le mie squadre segnano tanto, portano palla e sanno gestire le gare. Mi tranquillizza l’ambizione del presidente: mi darà una rosa all’altezza.”
De Laurentiis su UEFA e Osimhen
“Da tempo immemore vorrei cambiare le cose in Europa, purtroppo valgono di più le ambizioni che ciascuno ha per farsi eleggere. Da solo non posso cambiare questo mondo. Il contratto dice che Osimhen resterà con noi, con lui già dopo lo scudetto ho un accordo per un prolungamento di altri due anni, e, a meno che non arrivi un’offerta capace di far bene alla salute della società, resterà con noi.”
Garcia su Anguissa
“E’ il mio piccolo, anche se è una montagna. L’ho fatto esordire io, ma è notevolmente cresciuto. A prescindere, occorre che tutti abbiano i giusti stimoli per fare bene.”
Garcia sul mercato
“Quello che volevo sapere è che il presidente avesse ancora voglia di vincere. E’ importante portare trofei a casa. So di avere già a disposizione una rosa di qualità. Se dovesse cambiare qualcosa, vale sempre il detto che tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile. Mi fido del presidente e degli uomini del mercato. Costruiremo una bella squadra.”
Napoli squadra perfetta per Garcia
“Ringrazio Balzaretti per queste parole. Non esiste una ricetta perfetta. I calciatori devono aver voglia di vincere uniti, devono aver fede, credere in sè stessi. Io devo essere bravo a tenere acceso questo fuoco.”
Un Gervinho nel Napoli?
“Gervinho è stato il mio calciatore di riferimento a Roma, nel Napoli ci possono essere vari Gervinho. Voglio conoscere i ragazzi, vedere come lavorano, gli stimoli che hanno e motivarli ancora di più. Poi bisogna vedere chi rimane e chi va via. L’importante è che ci sia voglia di fare bene.”
Su Lobotka
“Lobotka è fantastico. Il fulcro del gioco è il centrocampo: ho bisogno non di qualche star che attacca e non difende, ma di tanti che attacchino e difendano. Mio compito sarà farli correre per ottenere tutto ciò.”
Garcia sugli slogan alla Spalletti
“Agli slogan preferisco i valori: lavoro, umiltà, sudore, ambizione. In campo valgono gli uomini di talento, i big portatori del senso di appartenenza, ma occorre che tutti, anche i giovani, facciano la loro parte.”
Sulle pressioni e sullo staff
“La pressione mi carica. sarà bello portare lo scudetto sulla maglia. Quanto allo staff, ho uomini validissimi che mi ha assegnato la società, non li conosco tutti. Ne porterò altri tre.”
Sulle bandiere
“Lasciamole pure un altro po’ là. I napoletani devono esserne orgogliosi. Anche questo è senso di appartenenza: la maglia è il più grande valore, la maglia è di tutti, tifosi in primis e loro rendono la vita difficile agli avversari in campo al Maradona.”