Raffaele Di Fusco, ex portiere del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a “Legends-Ci vediamo a
Napoli”, trasmissione in onda su su Napflix e Canale 8. Queste le sue parole:

“Allegri e Landucci si sono comportati malissimo, non esiste nel modo più assoluto che uno
si rivolga così a un altro collega. E’ arroganza tipica della Juventus. -afferma Di Fusco come triporta NapoliMagazine.com – Non esiste, sono stati maleducati e dovrebbero tacere. Hanno sbagliato anche i
tempi: con tutto quello che sta succedendo alla Juve, dovrebbero chiudersi e
non fare nemmeno le conferenze stampa.

Prima c’era lo stile Juventus ma dopo l’avvocato Agnelli non è quasi più esistito. Barzagli ha difeso Gatti
negando l’evidenza ma noi dobbiamo essere sempre obiettivi, quando c’è da dover
criticare o dare un’opinione la diamo con tranquillità. -prosegue Di Fusco – Bisogna avere onestà
intellettuale. Se Meret avesse preso il gol che ha subito Szczesny sarebbe
stato ammazzato, ci sarebbero state grandi lamentele. 

Garella faceva scuola con i piedi, oggi si insegna la parata con i piedi. E’ stato un signore del calcio.
Lui ha anticipato i tempi, la sua grande forza è stata sfruttare al massimo le
proprie capacità. -continua Di Fusco -Era bello grosso e prima non c’era la preparazione che c’è
oggi, lui ha fatto suo un certo metodo sfruttando le capacità che aveva. In
generale, Garella è stato un signore del calcio. Tra il primo scudetto e questo
c’è una grande differenza: ora celebriamo il Napoli, ma anche la
città.  

Il primo Scudetto fu una rivalsa per la contrapposizione al
Nord, sembrava irripetibile. Oggi c’è da celebrare non solo la squadra ma anche
la città. La Napoli di prima non era quella di oggi, c’erano proteste e cortei.
Oggi Napoli è cultura, cinema, una città molto più ordinata. -aggiounge Di Fusco – Celebriamo
un’impresa di una struttura societaria, di un modo di fare calcio e di condurre
un’azienda. De Laurentiis? Buon presidente, ma soprattutto un grandissimo
imprenditore, ha dato una linea guida nel mondo del calcio. Se torniamo
indietro nel tempo ci sono le stesse strade ma Napoli è diversa, il pubblico è
diverso. Napoli era etichettata in modo sbagliato, oggi la celebriamo per
quello che è, ciò che vale”.

Conclude Di Fusco

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