Premessa: chi scrive non risiede a Napoli e non è neppure un cittadino campano, ma ha frequentato Roma negli anni passati. Penso quindi a ‘quelle’ contestazioni di una percentuale (non bassa) di tifosi della Lazio al patron Lotito, che potevano affievolirsi dopo quel 26 maggio 2013.

La vittoria della Coppa Italia contro la Roma avrebbe potuto rappresentare un importante punto d’incontro

La vittoria della Coppa Italia contro la Roma avrebbe potuto rappresentare un importante punto d’incontro, invece proprio dopo quel trionfo iniziò una dura presa di posizione di quella parte del pubblico biancoceleste, con manifestazioni dal titolo ‘Libera la Lazio’ e invito verso altri tifosi della stessa fede a disertare lo stadio in una partita.

La curva Nord arrivò addirittura ad esporre uno striscione con la scritta ‘O noi o lui’. Poi quella frattura si è cercata di ricomporla, ma una certa distanza resta sempre.

E come non ricordare il clima che sull’altra sponda del Tevere si iniziò a respirare tra James Pallotta e parte della tifoseria giallorossa? Se quel ‘Fucking idiots’ è stata la bocca che ha fatto traboccare il viso, all’ex presidente romanista è sempre stato contestato quel mancato salto di qualità definitivo: la questione si è poi spostata sullo stadio di proprietà (venne creata una società apposita e il capitale.

Ma questa è un’altra storia. Per finire con la cessione di pezzi importanti dopo la sorprendente qualificazione alle semifinali di Champions del 2018. Senza dimenticare i mancati rinnovi (almeno per un altro anno) di Totti e De Rossi.

Domenica sera in una trasmissione romana veniva fatto notare che i primi due posti del campionato sono occupati da club avente proprietà italiana.

E la questione napoletana?

E la questione napoletana? Riprendo le parole di Francesco De Luca dal Mattino di ieri: “Non si renda irrespirabile l’aria allo stadio e in una città che è carica di entusiasmo e non vede l’ora di festeggiare con i suoi eroi lo scudetto. La strada non diventerà in salita, a prescindere da questa mortificante sconfitta, se l’ambiente farà la sua parte”. Un’altra speranza è che (in ogni senso) non venga riproposto quel coro beffardo di tanti anni fa: “Guarda le guarda le guarda le bandiere Maradona sono rossonere”.