Oggi parliamo di Tarantella Napoletana...
(A cura di Antonio Miele)
Proveremo a ripercorrere le origini, la storia e le movenze tipiche della tarantella napoletana, che ha ispirato anche la famosissima: “Tammurriata nera”.
La tarantella è una delle danza popolari più amate
anche ai giorni nostri, ma la sua storia ci porta molto lontano, forse addirittura
ai culti greci in onore di Dioniso.
La tarantella è una danza popolare italiana di origine
napoletana. Ballata a coppie, accompagnata da tamburelli e nacchere, questo
ballo si svolge in un crescendo fatto di ritmi travolgenti. Nacque a Napoli ai
primi del ‘700, ed era ballata da giovani popolani che si esibivano durante le
feste dal profondo significato collettivo come quella di Piedigrotta e quella
della Madonna dell’Arco.
La prima fonte storica invece associa la nascita della
tarantella sempre nel XVIII secolo, ma questa volta nella città di Taranto.
Secondo alcuni storici, la città di Taranto fu uno dei primi centri in cui si
diffuse questa danza e soprattutto uno dei primi luoghi dove si diffusero i
culti orgiastici di Dioniso, ai quali la tarantella veniva associata visto la
carica erotica e ritmica presenti in questo ballo.
La chiesa dal principio non vide di buon occhio questo
tipo di danza, per cui diede vita ad una serie di persecuzioni verso coloro che
praticavano questo ballo. La tarantella racconta quindi anche una storia di
repressione e intolleranza presente nel sud Italia. Secondo la tradizione
dell’Italia meridionale, questa danza si configura come un ballo propiziatorio
legato alla superstizione popolare. A tale danza si attribuivano poteri
benefici nella guarigione di persone colpite dal morso della tarantola. La
leggenda voleva infatti che grazie a questo ballo così ritmato, la persona
colpita dal morso di questo particolare ragno, eliminasse attraverso il sudore
il veleno dal proprio corpo.
Probabilmente l’etimologia del suo nome deriva proprio
dal complesso fenomeno del tarantismo pugliese.
Esistono diversi tipi di tarantella nei diversi
territori del centro-sud Italia. Ognuna esprime una sua particolarità come per
esempio in Sicilia dove questa danza presenta atteggiamenti meno irruenti da
quella napoletana. C’è poi la tarantella Abruzzese, che comprende due
sottotipi: la saltarella e la ballarella. La tarantella pugliese che viene
chiamata anche pizzica e che si diversifica a seconda delle diverse città della
regione. Poi c’è la tarantella Sorrentina, famosa per le movenze lascive ed
erotiche che richiamano gli atteggiamenti delle sirene alla conquista di
Ulisse. Che sia abruzzese, siciliana, napoletana poco importa, la tarantella in
qualunque delle sue varianti è diventata nel tempo la sintesi di tutte le danze
del sud, conosciuta in tutto il mondo.
Una curiosità, quando parliamo di tarantella nel
dialetto napoletano è possibile non riferirsi solo a questo ballo tradizionale
di cui abbiamo parlato. La tarantella infatti viene usata nel gergo napoletano
come sinonimo di problema, in riferimento ad una questione fastidiosa da
risolvere. Non è una rarità infatti ascoltare nei vicoli della città,
napoletani che utilizzano la divertente espressione “mo facimm e tarantell”. E
statene certi nessuno con questa affermazione pensa a farsi un giro di ballo.
Quando si parla di tarantelle il primo ballo che viene
in mente è probabilmente la pizzica salentina, detta anche taranta. Oppure ad
altre forme di tarantelle dell’entroterra Campana che esistono nei vari
territori e riscuotono un grande successo: Ad esempio la tarantella
montemaranese, che ha nel carnevale una tradizione nota in tutto il mondo, o
anche la tarantella cilentana, una delle più famose al mondo. Essa ha
fortissimi legami con la terra e con il mondo contadino, a cui è
indissolubilmente legata, una forza e un richiamo irresistibile verso la terra.
Tale richiamo si prova ascoltando il canto e la
musica, e osservando il ritmo della danza napoletana che nasce dalla gestualità
contadina. Per i sanniti il ballo era un rito propiziatorio legato al ciclo
riproduttivo della terra, ovvero si ballava anche perché si pensava propiziasse
buoni raccolti. Per molti è proprio durante l’epoca sannita che la tarantella è
diventata la danza contadina campana per eccellenza.
Antonio Miele
Nessun commento: