De Laurentiis: "Mi auguro di vincere Scudetto e Champions, in caso di Serie A cedo il Bari.."
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato durante l'incontro al Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli a Santa Maria Capua Vetere per l'incontro "Il Regolamento del giuoco del calcio tra teoria e prassi", di seguito le sue dichiarazioni:
"Ringrazio il professor Clemente di San Luca per questo evento organizzato, ma vorrei levare ogni dubbio sul mio essere tifoso o meno del Napoli, visto che lei vive in questo dubbio amletico: vede professore, da bambino mio padre Luigi mi portava alle partite dove veniva portato in processione il ciuccio. La mia famiglia ha un legame con Partenope che viene da lontano. Mio nonno di Torella dei Lombardi si trasferì a Torre Annunziata e fondò un pastificio. Lei crede che se io non fossi tifoso del Napoli sarei rimasto per 19 anni? Io sono tifoso di Napoli città, una territorialità centrale a livello europeo come nei secoli passati. In molti aspetti combatto ancora per privilegiare l'immagine di Napoli in tutto il mondo, differenziandola dalle altre città e regioni italiane. La prima trasmissione televisiva fu Campanile Sera, e non è cambiato nulla. Lotto per equiparare il Sud al Nord e sono proprietario anche del Bari: mi dicono sempre cosa succederà se dovesse essere promosso, lo cederemo a chi ci darà la garanzia di saper gestire una squadra di calcio come una opera di ingegno, abbiamo investito 100 milioni in quattro anni e mi scoccerebbe lasciarlo a qualcuno che non lo sa gestire. Io vengo dal cinema, ho avuto due grandi maestri come mio padre e mio zio che mi hanno insegnato a capire il mondo complesso del cinema: professionalmente parlando è estremamente completo come attività, si va dalla creatività e se uno non ha fatto la gavetta toccando con mano".
"Avevamo 18 avvocati per fare i contratti con le star, ho imparato lì a capire come si fanno i contratti, a verificare la differenza tra diritti di immagini e rapporto di dipendenza, e l'ho applicato anche al calcio. Se vedete i contratti di allenatori e calciatori, sono come quelli di registi e attori. Quando non mi si capiva qui a Napoli nel mondo del calcio, è perchè ero concentrato a dare una impostazione industriale da vera società per azioni. Quello che si è sempre ignorato è che Walter Veltroni nel 1996 ha stabilito che i club non era più tali ma società per azioni. Lì è cambiato il mondo, i miei colleghi venivano da conduzioni obsolete del calcio: abbiamo una legge Melandri che ci rompe i c...oni da vent'anni, come si fa a dire che noi dobbiamo curare i bilanci delle società in perdita? Per curarli serve fare tabula rasa, se questa è una industria bisogna ri-raccontare tutto in un contesto produttivo. Se ad un certo punto uno è convinto che ci siano due realtà calcistiche che salgono in Serie A e nessuno vuole vedere perchè nessuno le vede in tv, è difficile: a tutti va dato il diritto di arrivare, ma servono limiti. Il calciatore che viene dal basso con l'esperienza può affermarsi in Serie A, il pilota di go-kart può arrivare in Formula 1. La Formula 3 però non può stare nella Formula 1, è perdente. Il campionato di calcio se comprende società che non hanno capacità economiche, già diventa sballato e compromesso e questo nessuno vuole capirlo. E lo stato è assente. Gravina raccontava l'importanza del calcio nella società, però siamo stranieri in terra nostra. Dicono che siamo miliardari con debiti e che strapaghiamo i giocatori: il problema sono i procuratori, non i calciatori".
"Ho chiesto alla FIGC di studiare una modalità per cui una società di calcio possa esercitare la procura di un calciatore, perchè i contratti devono essere di cinque anni? Perchè non posso farlo per otto? Un giocatore che cambia agenzia può rompere le p...e ed il club può venderlo e pagare una grossa commissione. C'era Mino Raiola che prendeva 25-50 milioni di euro, poi è chiaro che arrivano i rischi del fallimento. Il discorso è semplice, qui abbiamo la FIFA e su Netflix abbiamo visto quanti miliardi si sono presi tra Ginevra e Zurigo, fuori da ogni giurisdizione europea. Poi si sa nel calcio come va, è un grande passe-partout. Io sono per la legalità totale e vengo contestato, mi si dice che non sono tifoso: io sono per l'organizzazione che funziona. Se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati per spaccio di droga nell'ultima partita, i tre tifosi della Lazio arrestati: io non faccio entrare botti e petardi e loro non so come hanno fatto a farli entrare? Fortunatamente sono stati arrestati. Tutto ciò viene visto poi col modo di dover sostenere la squadra: in Inghilterra la Thatcher ha allontanato gli hooligans e negli stadi i bambini possono vedere le partite. Qui invece si occupano i posti delle famiglia, si crea un problema diseducativo. Quando gli adolescenti sentono i cori pensano sia la realtà, ma sottintendono una cosa semplice: il Napoli siamo noi".
"La UEFA potrebbe venirci incontro? No, il merito prevale. Io sono per levare alla UEFA il comando, per come è organizzata dovrebbe essere operativa come segretariato generale. Uno dovrebbe stabilire: siamo in 27 paesi europei, ogni paese a seconda dell'importanza dovrebbe portare un numero di squadre ad un campionato europeo tutti contro tutti. Altrimenti le palline dei sorteggi non hanno senso, vincono sempre gli stessi. Uno dovrebbe dire: se ho vinto la Champions, devo giocarmela contro tutti".
"Con la Lazio è stata una sconfitta salutare dico io. Sarri è stato molto paraculo, invece di giocare come al solito si è coperto. Scudetto o Champions? Io mi auguro entrambi. A furia di dire la vinciamo e conquistiamo lo scudetto, ci portiamo jella da soli. Bisogna essere silenziosi".
Miglioramento VAR, Tempo effettivo? Sono d’accordo, perché deve essere arbitrario, così invece come nel basket sappiamo quanto c'è da recuperare".
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