NEWS

TERZO TEMPO NAPOLI

10[napoli][btop]

CALCIO

[calcio][stack]

COPPE

3[coppe][btop]

ALTRI SPORT

3[Sport][stack]

AMARCORD

5[amarcord][btop]

CULTURA & SPETTACOLO

3[cultura][stack]

TERZO TEMPO WEB TV

EDITORIALE

SPECIALE TERZO TEMPO TV

Capobianco: "Volontà di Potenza"

(Retrospettiva a cura di Piero Capobianco)  

Nel momento in cui scrivo, ovvero dopo la vittoria del Napoli nel derby con la Salernitana, e quindi dopo l'ultima partita del girone d'andata, concluso laddove solo le aquile osano volare, la vetta di 50 punti vertiginosi, posso confermare quello di cui ho avuto sensazione fin dal precampionato: questa squadra entra di diritto nel novero di quelle compagini che saranno ricordate nella storia del calcio. Il Napoli ha mostrato su un campo di calcio che cos'è la volontà di potenza che teorizzò Nietzsche nel suo celeberrimo Zarathustra. Si avete letto bene, parlò proprio di quella volontà di potenza che non si afferma come mero desiderio di uno o più soggetti, bensì come desiderio che vuole continuamente e incessantemente l'accrescimento di sé stesso. Mettendo da parte l'eliminazione in Coppa Italia, senza però banalizzare la stessa come un piccolo incidente di percorso, stiamo assistendo ad una serie di rappresentazioni della squadra di Spalletti che hanno annichilito ogni tipo di avversario, in Italia ed in Europa. Questa squadra dà la sensazione di aver iniziato una partita, la prima di campionato, senza mai uscire dal campo, senza mai perdere la mentalità, la ferocia, la capacità di fare ciò che vuole dell'avversario. Assistiamo, ormai da mesi, allo spettacolo di un manipolo di dinamitardi in grado di dettare i tempi e i ritmi a proprio piacimento. Dopo aver devastato la Juventus, ennesima big quest'anno, il Napoli è andato a Salerno decidendo di vincere senza sprecare una sola goccia di sudore in più del necessario. Di decidere quando era il caso di mettere in campo un ritmo insostenibile per l'avversario, quando era il caso di prendere fiato senza peraltro lasciar toccare palla alla squadra di casa. Che è riuscita a concludere in porta una sola volta, grazie ad una leggerezza difensiva, resa inutile da una grande parata di Meret. Vedere lo strapotere fisico e tecnico dei giocatori del Napoli è quasi un ritorno ad un passato, nemmeno troppo lontano. Nel quale, il calcio, era ancora uno sport tragico in senso greco. Questa squadra ci ha fatto vedere fino ad oggi tutto il bello del calcio. Terzini che diventano attaccanti. Centrali difensivi da centravanti vecchio stile. Centrocampisti che passano attraverso gli avversari come fossero birilli. Velocità e tecnica superiore degli attaccanti. Per gli avversari deve essere davvero una benedizione il suono del triplice fischio finale dell'arbitro. Questi creatori di potenza e di bellezza, di un calcio che non lascia respiro a nessuno, hanno ancora un girone di ritorno e la più importante competizione europea, per regalarci non solo piacere e godimento, ma anche quella gioia che da troppi anni la nostra città-madrepatria sta aspettando. I nostri detrattori parleranno di campionato falsato dal mondiale, della penalizzazione della Juventus, degli infortuni del Milan, come, ancora oggi, parlano della monetina di Alemao a Bergamo. Diranno questo e molto altro, ma a noi non importerà nulla, perché la nostra verità la conosciamo bene. Ricordiamo perfettamente quando ci hanno fatto ripartire dalla serie C, per colpa dei dirigenti del Napoli dell'epoca. Ricordiamo quando la nostra squadra ha dovuto combattere su campetti di periferia, tra parcheggi e gente che guardava la partita dal balcone di casa. Come dimenticare il livore e, diciamolo pure, l'odio con cui ci hanno affrontato. Come dimenticare annate da scudetto rese vane dall'impossibilità di fare anche solo un punto in più della Juventus. Come dimenticare quella partita di Milano. E le “prodezze” di arbitri e portieri. Direi che già quello che stiamo vedendo è la giusta ricompensa per un popolo che sa aspettare, ma sono certo, e senza alcun tipo di scaramanzia, che, quest'anno, su quella vetta altissima ci resteremo. La nostra squadra, i nostri ragazzi, continueranno a spiegare la filosofia di Nietzsche sui campi di calcio. Con buona pace di tutti quelli che, da sempre, ci soffrono. E, sempre, ci soffriranno.

 Piero Capobianco

Nessun commento: