A Radio Crc, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, è
intervenuto Paolo Gallinelli, uno dei legali di Trentalange. Queste le sue parole:

“Le
dimissioni di Trentalange? Siamo rimasti esterrefatti dalla vicenda D’Onofrio.
Per poter decidere di dimetterci ci vogliono fatti e in quella riunione Abete
ha parlato di problematiche relativo alle nomine, in riferimento a tutto
l’organigramma sportivo. -afferma Gallinelli – Di recente, con il suo insediamento ha previsto
l’invio dei curriculum e D’Onofrio aveva inviato un curriculum, poi il dovere
di controllare lo stesso, non è previsto. 

L’amicizia
tra Trentalange e D’Onofrio? Il termine amico è suggestivo. L’amicizia è una
cosa, ma nelle nomine non c’è un bando. -prosegue Gallinelli – Non risulta nessun contatto personale o
incontro conviviale, quindi extra lavorativo, tra Trentalange e D’Onofrio, al
di là di contatti lavorativi. E’ ovvio che Trentalange deve avere rapporti con
tutti i componenti, ma nessuno aveva mai segnalato problematiche in riferimento
allo status di D’Onofrio. 

Come mai
l’Aia ha scelto D’Onofrio? Non c’è possibilità di verificare il curriculum di
chi si candida, i curriculum sono autocertificazioni. -continua Gallinelli – Un altro dato emerso è
che prima di essere componente della commissione disciplina, D’Onofrio sarebbe
stato procuratore regionale e Trentalange non era presidente, non si può
chiedere a tutti di dimettersi. -spiega Gallinelli – E’ emerso anche che un componente della
commissione disciplina e che quindi giudica, avrebbe rivelato qualcosa, ma non
avrebbe mai segnalato nulla al presidente della commissione disciplina. 

E’ stato
chiesto giustamente se D’Onofrio avesse chiesto permessi per recarsi all’Aia,
ma vi dico che questo signore ha fatto una serie di cose per cercare di evitare
qualunque possibilità che all’Aia potesse emergere qualcosa sul suo conto e non
solo verso l’Aia, -ribadisce Gallinelli –  ma anche nei confronti della magistratura di Milano. 

Da cittadino
e non da difensore di Trentalange, dico che Trentalange ciò che doveva fare
l’ha fatto: ha chiesto il curriculum, a lui e ad altri componenti. 

Vi racconto
una cosa: D’Onofrio riferì che la figlia gli avrebbe gettato il cellulare nel
water
e non fece la denuncia, adesso abbiamo capito anche perchè non ha fatto.
Nel 2009 D’Onofrio è stato votato all’unanimità”. 

Conclude Gallinelli


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Vincenzo Vitiello
Direttore Responsabile Terzo Tempo Napoli --- Napoletano di origine e milanese di adozione, segue tutto lo sport in generale ed il calcio in particolare. Oltre ad aver esercitato la professione di Docente di scuola media superiore, da giornalista ha collaborato con alcune importanti testate giornalistiche ricoprendo anche cariche dirigenziali.

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