Questa, secondo Repubblica, l’entità della pena che rischierebbero i vertici della Juve se dovesse davvero essere validata l’accusa di aggiotaggio. Il titolo in Borsa della società bianconera in effetti aveva registrato un improvviso innalzamento del 5,07 %, ma a provocare il rialzo era stata la diffusione di un comunicato “falso”. L’oscillazione positiva arrivava grazie all’intesa raggiunta il 28 marzo 2020 con i calciatori che rinunciavano, formalmente, a quattro stipendi per l’emergenza Covid. Solo questo doveva essere detto ai mercati, nascondendo l’intesa di restituire tre rate. «Per questioni legislative di Borsa», il comunicato ufficiale doveva però uscire diverso rispetto alla reale intesa raggiunta con i calciatori, comunicava il 27 marzo il capitano Giorgio Chiellini nella chat di squadra, in cui avvisava i compagni della «proposta finale» per «aiutare il club e tutti i dipendenti »: «Vi arriverà nei prossimi giorni un foglio che vale tutto e niente dove ci impegniamo a lasciare i restanti mesi di questa stagione», spiegando però che poi sarebbero stati contattati «agenti e avvocati » per firmare «nello stesso momento» rinunce e promesse di pagamento per l’anno dopo. E aggiungeva: «la Juventus farà un comunicato stampa dove dirà che rinunciamo a 4 mensilità per aiutare il club» vietando di parlarne alla stampa.

Dirigenza Juventus © LaPresse



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