Pavarese: “La società ha il merito di non aver dato ascolto alle critiche. Sirigu vero leader silenzioso”
A Radio Napoli Centrale, nel
corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Gigi
Pavarese, direttore sportivo. Queste le sue parole:
“Il merito della società è stato quello di
non aver tenuto conto di quelle che erano le critiche.-afferma Pavarese – La piazza giustamente, al
mancato rinnovo contrattuale di Insigne, ha storto il muso non sapendo che il
Napoli si è tutelato con Kvara e poi Kim per sostituire Koulibaly. Alla
medesima maniera, è arrivato Raspadori per Mertens: noi osservatori abbiamo
subito capito l’importanza del mercato del Napoli. L’inizio prorompente di Kim
ha tolto ogni incertezza su un suo debutto nel calcio italiano, non conoscendo
neppure la lingua, riesce perfettamente a farsi capire dai compagni.
A ciò
aggiungerei che è stato ritrovato anche Meret che è stato messo spesso in
discussione in un duro confronto con Ospina: sta confermando ancora una volta
che l’investimento considerevole del Napoli è stato oculato. Giocatori
dell’Atalanta? Coloro che crescono nelle giovanili della Dea non si trovano
quasi mai bene al di fuori di Bergamo. -prosegue Pavarese – Nazionale italiana? Colpa dei rigori
sbagliati la mancata qualificazione ai Mondiali. Non credo, in generale, sia
una forte formazione come tecnicamente lo è stata negli anni passati. Mancini è
riuscito a ridare il carattere, un senso di appartenenza. Pentito di aver messo
fuori Beto in finale di Coppa Italia? Mai. Lo farei altre mille volte per
rispetto dello spogliatoio.
Scudetto? Confermo l’Inter come rivale del Napoli.
Al di là delle problematiche societarie, penso abbia la rosa più completa e
forte. Non dimentichiamoci del Milan. -aggiunge Pavarese – Continuo a considerare la Juventus una
squadra che può rientrare nella lotta. Leader del Napoli? Lo spogliatoio del
Napoli ha un leader silenzioso per carisma ed esperienza che è Sirigu. Credo
che sia il punto di riferimento tra società e squadra. Tommaso Starace va
responsabilizzato e preso d’esempio”.
Conclude Pavarese