Saurini: ”Theo Hernandez non va via solo a Zerbin ma a tanti calciatori”
A Radio CRC, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la
Rete”, è intervenuto Gianpaolo Saurini, allenatore,per parlarte di Zerbin -calciatore del Napoli – da lui allenato a suo tempo:
“Zerbin? È motivo d’orgoglio vederlo
giocare nel Napoli e convocato in Nazionale. Theo Hernandez non va via solo a
Zerbin ma a tanti calciatori.
In cosa è migliorato rispetto alla
Primavera? All’inizio aveva meno convinzione e credeva meno nei propri mezzi. È
venuto a Napoli dal Nord e l’ambientamento è stato anche abbastanza
problematico. Poi fece un gol nella Youth League contro lo Shakhtar in
trasferta, da lì ha acquisito più convinzione. Come calciatore ha delle qualità
notevoli. È un giocatore duttile, si adatta a qualsiasi tipo di situazione però
è evidente che il suo ruolo sia quello di esterno sinistro per rientrare dentro
il campo.
Quando lo allenavo io ogni tanto ha fatto anche il trequartista e
l’interno di centrocampo. È un ragazzo che assorbe molto, ma per
caratteristiche è un classico esterno di fascia a sinistra. Il suo ruolo, dove
rende di più è quello. Poi ieri ha fatto quell’incursione dove Maignan ha fatto
una bella parata. Se sta cambiando qualcosa nella gestione dei club? È un bel
periodo, dico che bisogna ragionare in modo diverso ispirandosi alle Nazioni che
si sono proposte ad alti livelli, in riferimento al campionato di quest’anno,
vedere Napoli e Atalanta capoliste dopo 7 partite fa un certo effetto.
Una che
si è riconfermata dopo lo scorso anno, l’altra che ha cambiato tantissimo dopo
la permanenza di Gasperini. Bisogna vedere cosa succederà dopo la sosta per i
Mondiali, sarà un campionato molto particolare dove potrebbe esserci la
sorpresa finale. Non parlo e non dico nulla perché sono diventato un napoletano
acquisito, ma potrebbe esserci una sorpresa. Da premettere che ho vissuto sei
anni a Napoli eccezionali, avevamo intrapreso un percorso di programmazione, di
crescita dove siamo partiti il primo anno con calciatori come Palmiero, Roberto
Insigne, Luperto, Tutino, Zerbin, Gaetano. Io credo che la programmazione sia
alla base di tutto insieme alla pazienza con i giovani.
Ci saranno annate in
cui devi soffrire un attimino. Devi avere delle strutture che nel settore
giovanile ti permettano di lavorare in un certo modo, quando c’ero io siamo
arrivati ad un buon livello, davamo fastidio a tutti anche in Europa. Io credo
che si possa fare un buon lavoro certosino che parte dagli istruttori. La
Campania è una regione che sforna talenti all’ordine del giorno. Io sono
d’accordo sul fatto che culturalmente l’Italia ha poca pazienza e se mettiamo
dentro un ragazzo del 2003 o del 2004 e lo mettiamo a giocare in Serie A, se
vinci la partita va tutto bene, invece se non vinci no. A livello anche di
cultura all’estero ti danno la possibilità di sbagliare e di crescere.
Questi
ragazzi si trovano in prima squadra e maturano più degli altri anche per
questo. Bisogna avere pazienza e far crescere i giovani serenamente. Questo
aspetto va migliorato in Italia. Bisognerebbe puntare un pochettino di più sui
settori giovanili avendo più coraggio perché c’è tanta qualità”.
Conclude Saurini