A Radio Marte nel corso diMarte Sport Live è intervenuto Antonio
Giordano, giornalista
“5 luglio 1984 cosa facevo? Vivevo le emozioni
di riflesso perché mio suocero è stato un grandissimo tifoso del Napoli. Quello
rappresentava il caposaldo di una vita nuova. Non credo che con Mertens ci sia
ancora da trovare qualcosa. Le cose non sono accadute per caso prima. Poche
altre cose possono essermi sfuggite. C’è un mercato che aspetta di decollare
per la questione economica che riguarda un po’ tutti. C’è un clima di
insoddisfazione generale, solo che qualcuno dimentica che mancano i soldi al
sistema calcio. Penso che la Juventus ha la necessità di vendere De Ligt che ha
23 anni per fare cassa e rifondarsi. L’Inter ha delle difficoltà e deve
inventarsi un capolavoro di Marotta. Se penso che Dybala è disoccupato è chiaro
che nessuno si mette a ridere. Se il Napoli può pensare a Dybala? Una
telefonata è stata fatta per capire, è il dovere del manager quello di
informarsi. Poi c’è bisogno che a Castel Volturno capiti un certo miracolo.
Perché un club come il Napoli deve valutare dei parametri da rispettare per non
trovarsi sottosopra in pochi anni. Io credo che al di là di quella che è stata
la legittima volontà di capire, non possa avere un futuro con Dybala. Sia lui
che Mertens stanno ancora lì, giocatori che farebbero impazzire chiunque. Se ti
dicono Dembele al Napoli, ti lasceresti andare per la qualità del giocatore.
Romagnoli anche non ha ancora la squadra”.
A Radio Marte nel corso di Marte Sport Live è
intervenuto Alberto Cerruti, giornalista
“5 luglio del 1982? È stata la partita del secolo,
piena di capovolgimenti di fronte e vinta 3-2 con la tripletta di Rossi.
Ricordo la parata di Zoff all’ultimo secondo che fu determinante, perché il
Brasile sarebbe passato anche col pareggio per 3-3. Ricordo che sul 2-2 ho
telefonato a mia moglie e le ho detto “domani torno”. Nessuno ci credeva.
Neanche i giocatori credevano di poter battere prima Argentina e poi Brasile. I
brasiliani sostengono ancora oggi che quel Brasile fosse ai livelli del Brasile
di Pelè che vinse i Mondiali. L’Italia arrivò a quella partita con 5 giorni di
riposo, mentre il Brasile ne aveva solo 2. Se oggi ci fosse una squadra che al
Mondiale gioca contro un’altra con 3 giorni in più di riposo rispetto
all’altra, succederebbe uno scandalo. 5 luglio 1984 Maradona a Napoli? Io sono molto
fortunato perché ero presente quel giorno al San Paolo. Ricordo quando
palleggiò e tirò il pallone. Fu l’inizio del grande ciclo di Maradona, io l’ho
conosciuto quando era a Barcellona. L’ho sempre considerato più Diego che
Maradona”.
A Radio Marte nel corso di Marte Sport Live è
intervenuto Franco Selvaggi, ex calciatore
“I brasiliani hanno ammesso che l’Italia meritò
la vittoria il 5 luglio del 1982. Quella partita fece capire a tutti che
potevamo vincere il Mondiale. Dopo la vittoria sull’Argentina di Maradona c’era
la sensazione che avremmo potuto vincere il Mondiale. 5 luglio 1984? Maradona
già prima di venire al Napoli era straordinario, famosissimo. Stavamo vedendo
Argentina-Brasile ed eravamo traumatizzati da Maradona, poi ci rasserenammo
pensando al fatto che anche lui fosse un essere umano. Mi ricordo Inter-Napoli
fece un gil straordinario, andava oltre la normalità. Era difficile da fermare
se non con qualche bottarella. C’è una fotografia di Italia-Argentina dove lui
era accerchiato da 3 giocatori che provavano a fermarlo”.
A Radio Marte nel corso di Marte Sport Live è
intervenuto Josè Alberti
“Quando andai a Barcellona dal manager di Maradona,
disse che aveva grossi problemi con la società. Quando gli dicemmo “perché non
vieni a Napoli?”, lui rispose “che vengo a fare a Napoli?”. Gli venne spiegato
che doveva venire perché poteva fare la differenza. Il manager non era
d’accordo perché aveva accordi con altre squadre. Quando dissi a Celentano
questa cosa, iniziò a trattare lui per l’arrivo di Maradona. Se prenderei
Dybala? Il manager di Maradona quando Dybala aveva 18 anni lo aveva proposto al
Napoli insieme a me. Ci hanno detto “Come si chiama questo giocatore?” e dopo
aver tirato fuori un libro con i nomi dei giocatori ci hanno detto “gioca in
Serie B argentina ed ha 18 anni. Non ci interessano i giocatori che giocano in
Serie B”. Lo abbiamo portato a Palermo. Non si adattava ancora al calcio
italiano all’inizio e ci dissero che era un disastro, poi dopo è uscito fuori
alla grande. Per portare Dybala al Napoli farei sacrifici come hanno fatto
all’epoca di Maradona, perché potrebbe fare grande il Napoli”.