In occasione della trasferta all’Allianz Stadium il Napoli schierò Zielinski, Lobotka e Rrahmani nonostante l’isolamento domiciliare disposto dall’Asl

A TMW Radio, durante Maracanà, è intervenuto il giornalista Mario Sconcerti. Queste el asue parole riguardnti il deferimente di Aurelio De Lurentiis, presidente del Napoli. La squadra azzurra è stata deferita per responsabilità diretta dalla Procura Federale della Figc per la scelta di aver schierato Zielinski, Lobotka e Rrahmani il 6 gennaio allo Stadium in occasione del match contro la Juventus, terminato 1-1. Queste le parole di Sconcerti:

Napoli, deferito il club e De Laurentiis:

“E’ una cosa abbastanza sgradevole. -afferma Sconcerti – Oltre al rischio forse scampato, la partita è stata falsata. Se ci sono tre giocatori che non dovevano giocare, si può andare verso lo 0-3 a tavolino. Sarebbe un punto in meno e sarebbe grave”. 

 

Allegri ha confessato di aver rifiutato il Real per la Juve: che ne pensa?

“Sapevamo già tutto, sia dell’offerta del Real che della trattativa con la Juventus”. 

 

Ha anche detto che la gente si fa abbindolare da Guardiola:

“E’ vero che l’importante è vincere, ma se non giochi bene non vinci tutte quelle che ti servono. – prosegue Sconcerti – Una squadra che vince gioca bene per forza, gioca meglio delle altre altrimenti non vincerebbe. Si può vincere una o due volte giocando male ma non tutti quei campionati di fila come ha fatto Allegri. E’ solo una polemica da tifosi questa”.

 

Atalanta-Napoli senza i numeri 9: quale l’idea che farà la differenza?

“Il Napoli ha più gioco dell’Atalanta e poi ha Mertens in più. Credo che questo tipo di partite siano adatte al Napoli, che ha vinto molte trasferte. -aggiunge Sconcerti – La differenza di gioco tra le due è evidente, ma il calcio cambia a ogni colpo di vento e può succedere sempre di tutto. Questo era il campionato che poteva tentare di vincere ma ha avuto troppi infortuni, a partire dagli esterni, e poi Zapata. Sono venute a mancare le pedine fondamentali del suo gioco, senza dimenticare il cambio di società”.

Conclude Sconcerti.

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